domenica 1 maggio 2016

cosa fare con un cucciolo di merlo

 Ciao ragazzi da quanto non scrivevo più oggi vi parlero di che cosa fare con un cucciolo di merlo...
Prima di tutto, devi capire se è davvero un merlo e che età ha!
se è un merlo di spiego come devi fare:

-ponilo subito in una scatola foderata di carta scottex! metti la scatola con i piccoli in un posto tranquillo e lontano dai rumori! non metterlo in gabbia!
-se non hanno piume o ne appartengono poche, sarebbe bene, mettere sotto alla scatola una borsa d'acqua calda, e li copri con un pannetto di lana, facendo attenzione che le testoline dei piccoli sbuchino dalla coperta! oppure puoi usare una lampada specifica!
se invece sono impiumati dappertutto, non è necessario che gli scaldi! solo se li trovi molto infreddoliti!
-ALIMENTAZIONE PULLI DI MERLO APPENA NATI, CON NESSUNA O RARA PIUME E CON GLI OCCHI CHIUSI!
-pastone per insettivori (lo trovi nei negozi di animali)
-omogenizzato di carne
-camole del miele o della farina in piccolissimi pezzettini da mischiare nel pastone
-ogni tanto mischiare nel pastone anche poca mela grattugiata e tuorlo d'uovo, biscotto sbriciolato, mai al cacao o al cioccolato (tutte e 3 in piccolissime dosi)
frequenza dei pasti: ogni 15-25 minuti circa
il pastone deve essere mischiato con un pò d'acqua, quindi non c'è bisogno che gli dai da bere tu!

ALIMENTAZIONE DI PULLI DI MERLO CON POCHE PIUME, O SOLO ALCUNE ZONE IMPIUMATE
simile a quella dei pulli appena nati
frequenza dei pasti: ogni 30 minuti circa

ALIMENTAZIONE DI PULLI DI MERLO COMPLETAMENTE IMPIUMATI 
-camole del miele o della farina assolutamente intere, e nelle prime volte staccarli la testa (le trovi nei negozi di animali e pesca)
-se li trovi saranno benissimo accettati vermi e lombrichi, da somministrare vivi
-biscotti sbriciolati, mela grattugiata, e 1 volta alla settimana, metti qualche pezzettino di tuorlo d'uovo schiacciato
-diminuire sempre più progressivamente il pastone per insettivori, mentre bisogna integrare questi cibi solidi
-gradita anche pera, caco e pesca

frequenza dei pasti: ogni 50-105 minuti

il pastone va somministrato con una siringa senza ago, mentre quando incominciano a essere grandi e quindi si danno cibi solidi, si possono benissimo somministrare con le pinzette!
quando è molto cresciuto, provate a mettere vermi e camole vive, e vedrai come le ucciderà e mangerà! piano piano, così deve imparare a mangiare da solo!

liberalo nelle vicinanze del suo nido iniziale, oppure in un parco, dove dovrai mettere qualche camola e verme per ambientarlo! ciao e buona fortuna
per favore alla fine, aggiungi i dettagli aggiuntivi, così capiamo come è andata e se è vivo! non fare come molti

domenica 27 marzo 2016

Passero d'Italia e la colomba

ciao Ragazzi sono tornato c'èra un problema tecnico mi dispiace ma sono tornato e buona Pasqua.
0ggi parliamo di un uccello comune  la ...

PASSERA D'ITALIA

NOME SCIENTIFICO: Passer italiae

È il tipico “passerotto” che vediamo in città, ed è in assoluto la specie più nota e quella che ha saputo meglio sfruttare a proprio vantaggio, almeno storicamente, la presenza dell’uomo. Vive, infatti, ovunque: nei casolari, nei palazzi in città o in campagna, indifferentemente. Si adatta meglio di qualunque altra specie agli ambienti più diversi. La Passera d’Italia è una specie strettamente sociale: la sua vita si svolge all’interno di colonie numerosissime, pascola in gruppo, nidifica in gruppo, dorme in gruppo, in ogni circostanza e in tutte le stagioni dell’anno. Rispetto al comportamento molto confidente con l’uomo mostrato in ambiente urbano, in campagna è invece estremamente sospettosa, e ben raramente si lascia avvicinare…
 
Ordine: Passeriformes   Famiglia: Passeridae
Lunga in media 15 centimetri, per un’apertura alare di 24-26 centimetri e peso fino a 30 grammi, la Passera d’Italia presenta, nell’aspetto, grandi differenze tra i due sessi: il maschio sfoggia una livrea appariscente, con dorso e ali marroni, screziati di nero, guance bianche, nuca e testa bruno-nocciola, gola nera e petto grigio; la femmina, come i giovani, si presenta nei colori molto più sbiadita con il dorso bruno-chiaro striato di nero, la nuca beige, petto e gola grigi. Il becco, conico e robusto, è di colore grigio scuro. Il maschio di Passera d’Italia è abbastanza simile alla Passera mattugia, dalla quale si distingue soprattutto per una maggiore estensione del bavaglio nero sul petto e soprattutto per l’assenza della macchia, anch’essa nera, all’interno del bianco delle guance.
La maggior parte degli autori concorda nel ritenere la P. italiae una specie a sé stante, anche se altri la accomunano, anche dal punto di vista tassonomico, alle “cugine” P. hispaniolensis  e P. domesticus . In Italia – ove mostra densità variabili tra 10 e 200 coppie per chilometro quadrato – è nidificante e prevalentemente sedentaria, può nidificare anche in piena stagione fredda e la si ritrova praticamente in tutti gli ambienti, dalle aree urbane ai villaggi, fino all’aperta campagna (mentre nell’arco alpino è presente la Passera europea).
La stagione riproduttiva inizia a marzo: è facile, in questo periodo, scorgere gruppi di passeri che litigano chiassosamente tra loro per la conquista della femmina. Il nido, un voluminoso ammasso di fili d’erba secca con ingresso laterale, è costruito in anfratti di manufatti (sotto le tegole, nei fori di muri, piloni ecc.) o, più raramente, nelle cavità degli alberi. La femmina vi depone dalle 3 alle 6 uova, che cova per 11-14 giorni. I giovani restano nel nido per poco più di due settimane dalla schiusa, ma vengono accuditi dai genitori – o dalla stessa colonia – anche in seguito.
I giovani, una volta completamente autosufficienti, lasciano i genitori naturali e il gruppo originario per “imbrancarsi” con altri coetanei. A questo punto la coppia è pronta per iniziare una nuova covata.
 E poi parlimao di un uccello tipico della pasqua...

la colomba!!!

Descrizione

Risultati immagini per colomba
La tortorina comune (Columbina passerina) è una delle specie più piccole della famiglia
Le specie della famiglia Columbidae sono caratterizzate da un tronco massiccio con una testa piccola, un becco corto e rigonfio e zampe corte con quattro dita. Le ali, grandi e robuste, li rendono particolarmente adatti al volo.
Le dimensioni delle varie specie variano considerevolmente: si va dai gura della Nuova Guinea, che raggiungono le dimensioni di un tacchino, alle tortorine, che sono poco più grandi di un passero; il primato della specie più corta spetta alla colomba frugivora nana (Ptilinopus nainus), che misura appena 13 cm di lunghezza.
Il piumaggio, soffice e folto, è anch'esso molto variabile: alcune specie hanno una colorazione monocromatica e poco appariscente, mentre altre, in particolare le colombe frugivore del genere Ptilinopus e i piccioni dei genere Treron e Alectroenas, sfoggiano livree multicolori molto vistose.

Distribuzione e habitat

La famiglia Columbide ha una distribuzione cosmopolita, con specie presenti in quasi ogni parte del pianeta, con l'eccezione dell'Antartide e delle aree più secche del Sahara.
I columbidi si sono adattati alla maggior parte degli habitat esistenti sulla terra. La maggior parte delle specie si trova nelle foreste tropicali, ma sono presenti anche nella savana, nelle praterie, nei deserti, nelle foreste temperate e nelle mangrovie.
L'areale di alcune specie è estremamente ampio: ad esempio il piccione selvatico (Columba livia) ha una distribuzione naturale che spazia dall'Europa e dal Nord Africa sino all'Estremo Oriente, ma è stato introdotto, e si è naturalizzato, nell'Africa subsahariana, in Nord America, Sud America, Australia e Nuova Zelanda; la tortora dal collare (Streptopelia decaocto) è presente, con areale frammentato, in Europa, Medio Oriente, India, Pakistan e Cina; la tortora delle palme (Spilopelia senegalensis) è presente in gran parte dell'Africa subsahariana ma anche in Medio Oriente, India e Pakistan. Altre specie invece sono endemismi insulari con areali molto limitati: ad esempio, la colomba frugivora di Layard (Ptilinopus layardi) è presente esclusivamente nell'isola di Kadavu, nelle Figi; l'areale della tortorina delle Caroline (Gallicolumba kubaryi) è ristretto alle omonime isole della Micronesia; la tortora di Grenada (Leptotila wellsi) è un endemismo dell'isola caraibica di Grenada.
Alla prossima !!!



giovedì 10 marzo 2016

diamantini

I diamantini di gould:-)
Con il termine “Diamanti” o “Diamantini” ci si riferisce ad un gruppo di piccoli uccelli passeriformi proveniente dall’Africa o dall’Australia.
La terminologia ornitologica ufficiale prevede la denominazione di Esotici o Estrildidi. In realtà in gergo vengono chiamati Diamantini o erroneamente Bengalini. Il termine Bengalino si riferisce infatti ad una particolare specie appartenente a questo grande gruppo, che essendo stata importata per prima ha dato erroneamente e suo malgrado il nome a tutto la grande famiglia.
L’allevamento di questi splendidi e variopinti animali è comune sia tra i privati sia tra gli allevatori per le innegabili soddisfazioni che questi uccellini possono dare.
Infatti i Diamantini sono piccoli quindi occupano poco spazio e le loro gabbie sono quelle di più contenute dimensione.
Sono spesso animali colorati e sempre in movimento, quindi sono dei compagni molto gradevoli e decorativi.
Sono uccelli molto silenziosi, emettono infatti gorgheggi e richiami con volume molto contenuto collocandosi per questa loro caratteristica tra gli uccelletti più indicati per la vita in condominio e in locali chiusi.
Ultimo, ma non per importanza, sono uccelli nella maggioranza dei casi economici sia come acquisto sia come mantenimento, quindi adattissimi in tempi di crisi.
Le specie più comunemente allevate sono il Diamante Mandarino (Taeniopygia guttata), il Diamante di Gould (Erythrura gouldiae), la Passera del Giappone (Lonchura striata domestica). Meno diffusi il Diamante Bavetta (Poephila acuticaudata), il Diamante Guttato (Steganopleura guttata), Diamante Pappagallo (Erythrura psittacea) i Cappuccini e molti altri.
Consigli per l’acquisto.
Quando ci si reca dal proprio negoziante di fiducia per l’acquisto di un Diamantino bisogna avere alcune attenzioni.
Un soggetto sano è solitamente sempre un movimento, ha un piumaggio aderente al corpo e non “gonfio”.
Un soggetto sano non presenta crostosità attorno al becco, agli occhi ed alle zampe e il suo piumaggio risulta pulito e non imbrattato nella zona della cloaca.
Un soggetto sano ha un occhio ben aperto e non umido, la narici libere da muco e le zampette con tutte le dita del colorito fisiologico. Per i soggetti forniti di anello inamovibile sarà possibile leggere l’età se no bisognerà chiederla al nostro venditore.
Nell’acquisto di uno o più soggetti il negoziante ci guiderà nella scelta dei maschi e delle femmine per costituire una “famiglia” che viva in armonia nel suo nuovo ambiente.
Qual è l’ambiente ideale dove alloggiare i Diamantini?
I diamantini non sono uccelli esigenti e in molte parti d’Italia possono essere allevati tranquillamente all'aperto tutto l'anno. Naturalmente la gabbia o la voliera deve essere posizionata in modo da essere riparata su tre lati dal vento e dalle correnti d'aria e deve fornire riparo dalla pioggia.
Nel nord Italia ed in generale nelle condizioni di freddo intenso è preferibile portare i propri uccellini al coperto. In casa è sempre preferibile tenere i soggetti in un ambiente dove la temperatura non scenda sotto i 10 gradi e soprattutto l’ambiente deve essere asciutto. Il principale nemico per la salute delle vie respiratorie e non solo di questi uccelletti è la forte umidità ambientale presente nei nostri climi e che loro mal tollerano. Non tenere mai i propri Diamantini in cucina e in luoghi dove si usino fornelli, pentole antiaderenti e gas per riscaldare l’ambiente per evitare pericolosissime inalazioni di molecole tossiche. Il luogo ideale in sintesi deve essere caldo, asciutto, molto luminoso e con una numero di ore di luce e buio naturali.
Quando avviene la riproduzione in questi uccelli?
Nei Diamanti spesso la riproduzione avviene in inverno. Questo perché nei loro areali di origine il nostro inverno coincide con la loro primavera. Anche dopo molte generazione in cattività questi animali “ricordano” che la stagione calda ideale per la riproduzione inizia a ottobre-novembre. Di solito le coppie riproducono in normali gabbie da 60 cm. di lunghezza. Naturalmente più spazio si darà alla coppia maggiore sarà il suo benessere psico-fisico. La gabbia, compatibilmente con le nostre esigenze, non è mai troppo grande.
Quando “gli sposi alati” avranno raggiunto un certo affiatamento non litigando più e posizionandosi a contatto tra loro sul posatoio (in media dopo dieci o quindici giorni) è possibile inserire nella gabbia i nidi. Questi sono di due tipi: a cassetta di legno semi aperta o quelli a palla di vimini. Verso metà dicembre nascono i primi novelli. La cova dura mediamente 14 giorni. Le uova sono mediamente da 3 a 5 ma possono essere anche di più nelle specie più prolifiche. Se la femmina inizia a covare contemporaneamente alla deposizione dell’ultimo uovo riduce il rischio che qualche pulcino nato tardi soccomba al predominio di quelli più grandi. Alla nascita i pullus sono quasi tutti di color bruno, ad eccezione delle mutazioni a fondo chiaro con il becco nero ed implumi. Dopo 4 - 5 giorni le ali cominciano a coprirsi di peluria. Verso i 6 giorni spunteranno le piume sulle ali. A 20 giorni il rivestimento di piume e penne è pressoché completo.
A 24 - 25 giorni escono solitamente dal nido e solitamente verso sera sono in grado di rientrare da soli. I migliori risultati riproduttivi, come per quasi tutte le specie, si ottengono con soggetti che abbiano almeno raggiunto l'anno di età e fino al terzo quarto anno; sono comunque in grado di riprodursi fino a 8 anni ed a volte in voliera sono nati soggetti da genitori di solo sei mesi.
Come alimentare i nostri Diamantini?
L'alimentazione in questi animali non è difficile. In commercio sono presenti dei miscugli appositamente formulati che rispondono bene alle esigenze basiche delle specie comunemente allevate. La sola miscela di sementi non è però sufficiente e va integrata con altri elementi. Indispensabile la spiga di panico che oltre a fornire energia utile sotto forma di carboidrati arricchisce le loro giornate e li diverte perché si trovano obbligati ad arrampicarsi sulla spiga come farebbero in natura per sgusciare i semi uno ad uno.
Lino e canapa sono sementi molto utili per stimolare la forma amorosa e per “scaldare” i soggetti che vivono all’aperto. Essendo infatti semi grassi sono molto utili in condizioni di temperatura bassa che obbliga gli animali a sprecare energia per termoregolarsi.
I diamantini sono animali diffidenti verso i cibi nuovi e spesso rifiutano la frutta ed la verdura che invece sarebbero molto salutari come prevenzione di carenze e malattie. Consiglio di iniziare fornendo la mela che di solito è molto appetita. Anche la frutta colorata di stagione come i cachi, i mandarini e i kiwi sono spesso graditi. Insistere ogni giorno con un po’ di frutta e verdura fresca finchè non cederanno per curiosità ed inizieranno a cibarsene.
Altro alimento molto utile è il pastoncino secco solitamente in commercio per canarini. Può esser dato con regolarità durante tutto l’anno e risulta particolarmente gradito durante l’imbecco di piccoli e durante il periodo freddo.
Il grit (ovvero i sassolini e ostriche tritate) non devono mai mancare servite in apposito dispenser perché sono molto utili per la digestione delle sementi nel loro stomaco muscolare.
L’acqua deve essere cambiata almeno una volta al giorno e particolare attenzione va posta alla pulizia e disinfezione quotidiana del beverino.
I diamantini hanno bisogno di visite veterinaria, come trasportarli dal veterinario?
Anche i Diamantini come tutti gli animali domestici hanno bisogno di visite veterinarie periodiche.
Almeno due volte all’anno andrebbero visitati da un Veterinario esperto in animali esotici e possibilmente andrebbe eseguito un esame delle feci di un campione raccolto su più giornate.
Per la visita da Veterinario si può utilizzare la gabbia del soggetto qualora le dimensioni lo permettano oppure un gabbia più piccola che ne consenta un trasporto agevolato.
Durante il trasporto l’animale va tenuto in penombra coprendo con un telo la gabbia e va tolta l’acqua per evitare che l’animale si bagni.
Nella gabbai non devono essere presenti oggetti che possano rovinare sull’uccelletto ferendolo durante il trasporto.
Durante la visita è possibile verificare le condizione di salute del soggetto, accorciare le unghie, verificare le condizioni di gestione e nutrizione del soggetto.
                           P.S. sono loro


Poiana calzata (Buteo lagopus)

Poiana Calzata (Roberto Parmiggiani)Poiana Calzata (Roberto Parmiggiani) La poiana calzata è un rapace molto simile alla poiana, distinguere le due specie è un buon test per capire se sei un bravo birdwatchHa un piumaggio dai colori molto più contrastati e il petto chiaro con una grande macchia scura verso le zampe.
Lo zigolo minore è un passeriforme tra i più rari in Italia. Un occhio non allenato potrebbe confonderlo facilmente con un migliarino di palude, ma un vero birdwatcher deve imparare a capire anche le più piccole differenze per aggiornare la sua lista di avvistamenti. Per distinguere lo zigolo minore è necessario osservare bene il capo e le guance rossastre, i sopraccigli neri e soprattutto le zampe rosa. Lo zigolo minore come le altre specie della famiglia degli Emberizidi è conosciuto per il suo canto particolarmente melodioso. Dove puoi vederlo? Lo zigolo minore attraversa le nostre Alpi da est, ed è stato spesso osservato anche con più di un esemplare sia nel Parco Naturale delle Alpi Marittime che nelle principali isole lungo la costa tirrenica.

Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis)

Lo zigolo delle nevi è un altro visitatore eccezionale in Italia. Si tratta di una specie tipica delle zone artiche,dove nidifica (Islanda, Groenlandia, ecc.) ed osservabile in Italia da fine ottobre fino a gennaio/febbraio, soprattutto al Nord (ad esempio sulle Alpi) o lungo i litorali sabbiosi delle coste sia adriatiche che tirreniche .Riconoscere uno zigolo delle nevi è facile: basta osservare le macchie bianche sulle ali e sulla coda.
Ma in autunno non ci sono solo le specie rare, non dimentichiamoci delle bellissime specie comuni, perfette soprattutto per chi sta muovendo i primi passi nel mondo del birdwatching. Ottobre e novembre sono mesi perfetti per avvistare il fringuello, il pettirosso, il luì piccolo, il merlo, il tordo bottaccio. L'importante è avere sempre una buona guida fotografica per poter imparare a riconoscere le caratteristiche e dare il nome giusto alla specie che stai osservando.

domenica 14 febbraio 2016

nidi

Guida all'uso dei nidi artificiali
per gli uccelli selvatici


inizio
Lo schema della sequenza di fasi riproduttive riproposto nel precedente capitolo indica quali possano essere i comportamenti da osservare. In particolare, semplificando molto, possiamo dividere:
Comportamenti territoriali
È quasi sempre il maschio che si impegna nella difesa del territorio, sia cantando da ben precise postazioni, sia inscenando posture e display competitivi.
Rituali di corteggiamento aggressivi e di rinforzo della coppia
I rituali di corteggiamento sono spesso ripetuti anche dopo l'accoppiamento e servono per cementare la coppia. Molto frequente è l'offerta di cibo da parte del mschio alla femmina che lo riceve simulando un comportamento infantile, emettendo cioè flebili pigolii, in posizione abbassata, con la bocca spalancata e facendo fremere e tremare le ali: proprio come un pulcino all'imbeccata.
Comportamenti aggressivi e di allarme
Attacchi sono in genere compiuti da parte del maschio verso intrusi della stessa specie sconfinati nel suo territorio, o anche verso altri uccelli o animali che si avvicinano troppo al nido. Comprendono versi di allarme e minaccia, rincorse e vere e proprie zuffe.
Cure parentali
I comportamenti parentali variano dal mantenimento della pulizia del nido (allontanando le feci dei pulcini avvolte in speciali "sacchi fecali" da parte degli adulti), alla nutrizione.
I giovani appena usciti dal nido e a malapena in grado di volare sono ancora seguiti, difesi e nutriti dai genitori per diversi giorni. Se si rinviene un piccolo caduto dal nido, lo si dovrà semplicemente ricollocare in altro tra al vegetazione: i genitori risponderanno alle sue richieste di cibo. Sono disponibili ulteriori informazioni sul pronto soccorso per animali feriti. Potete consultare anche il sito RecuperoSelvatici.it.
  • La LIPU ha prodotto l'opuscolo Guida all'uso di mangiatoie e nidi artificiali (reperibile qui) che descrive in dettaglio come creare, assemblare e gestire mangiatoie e nidi artificiali per uccelli. In due pagine HTML riproduciamo quasi integralmente questo opuscolo, per rendere disponibili a tutti queste utili informazioni.
    Qui sotto trovate la parte relativa ai nidi artificiali. La parte relativa alle mangiatoie la trovare qui. I nidi artificiali: indice

    Per maggiori informazioni, potete contattare la Sezione LIPU di Parma.

    Gli uccelli e le cavità

  • Se il classico nido di uccello è nell'idea di ciascuno di noi, la coppa di rametti o pagliuzze posata alla biforcazione di un ramo, in realtà il mondo alato presenta una varia tipologia di nidi in relazione alle specie considerate.
  • Nel tentativo principale di costruire nidi sicuri dai predatori e riparati dalle intemperie, alcuni uccelli hanno adottato la strategia del nidificare in cavità. Ad esempio i picchi le scavano attivamente nei tronchi; altri come il Martin pescatore, i gruccioni o i topini negli argini sabbiosi e ciottolosi.
    Martin pescatore
  • Molte specie, soprattutto di piccole dimensioni, sfruttano invece cavità naturali: crepe e buchi nei tronchi vecchi, nidi abbandonati di picchi, cortecce distaccate, fessure di rocce, eccetera. Il taglio dei boschi per ricavarne legname elimina gli alberi adulti che sono quelli che offrono più facilmente cavità per queste nidificazioni.
  • In città invece gli alberi sono piantati e curati dai giardinieri, e per altri motivi dunque le cavità sono ancora più rare. In questi ambienti la densità nidificante di molti uccelli è proprio limitata dalla carenza di cavità idonee e disponibili. Molte esperienze hanno dimostrato come, apponendo nidi artificiali in boschi giovani o ambienti urbani, la presenza nidificante di molte specie aumenti sensibilmente.
    Nidi per uccelli di bosco, campagna e città

    nido a
    "cassetta postale"
    nido a "tronchetto" nido "aperto"
  • I nidi artificiali più tipici per le piccole specie di uccelli canori che frequentano boschi, campagne e città sono detti a "cassetta postale". Questo tipo di nido ha un coperchio apribile ed un foro d'ingresso. Il modello classico può subire numerose varianti soprattutto nelle dimensioni, nella forma e posizione del foro d'entrata nonché nella struttura generale del nido.
  • Una comune variante è infatti quella del "nido a tronchetto" dove la forma è cilindrica anziché squadrata. La sua realizzazione è comunque ben più complessa partendo da un moncone di tronco che viene convenientemente svuotato del legno interno. In altri casi si usano stampi e colate di cemento misto a segatura per alleggerirne il peso.
  • A "cassetta" o a "tronchetto" non crea differenza per la maggioranza delle specie. Il foro d'entrata invece è particolarmente importante: la sua dimensione infatti deve essere ben calcolata. Fori troppo piccoli rendono impossibile l'accesso a specie di taglia più grande; fori troppo ampi, in certi casi non offrono adeguata riservatezza e sicurezza dai predatori a molti uccelli piccoli.
  • In linea generale, poi, i nidi a cassetta si dividono in modelli "con foro d'entrata" (o "chiusi") e modelli "aperti". Come vedremo più avanti, infatti, certe altre specie non nidificano in vere e proprie cavità, ma cercano piuttosto dei ripari e amano nidi a cassetta, con ampia apertura frontale.
    Gli ospiti dei nidi artificiali

    Le specie italiane più comunemente ospiti dei nidi artificiali a cassetta sono le seguenti:
    Cinciallegra
    Nidi a cassetta o a tronchetto, chiuse
    Cinciallegra, Cinciarella, Cincia mora, Passera d'Italia, Passera mattugia, Storno, Picchio muratore, Rampichino, Torcicollo, Codirosso, Pigliamosche, Scricciolo
    Nidi a cassetta aperta
    Pigliamosche, Pettirosso, Ballerina bianca, Codirosso, Scricciolo, Merlo
    È importante conoscere le abitudini delle varie specie che si vogliono attrarre nel nido.
    Come costruirsi un nido artificiale

  • Costruirsi un nido artificiale è semplice, e basta seguire certe indicazioni soprattutto in relazione alle dimensioni delle varie parti. Riportiamo di seguito le misure ideali in relazione alle specie più comuni.
    SpecieRetro LatiTetto FronteDiam. foro Base Da base
    a foro
    Cinciallegra37.5 25-27.520 252.8 10x1017.5
    Cinciarella37.5 25-27.520 252.5-2.8 10x1017.5
    Codirosso25 27.5-3022.5 27.52.8-5 12.5x12.520
    Passera d'Italia42.5 30-32.522.5 303.8 15x1522.5
    Picchio muratore37.5 25-27.520 252.8-3.8 10x1017.5
    Pigliamosche37.5 25-27.520 253.1-3.8 10x1017.5
    Scricciolo37.5 25-27.520 255 10x1017.5
    Storno50 37.5-4030 37.55 22.5x22.530
    Torcicollo37.5 25-27.522.5 253.8-4.3 12.5x12.517.5
    Le dimensioni e i rapporti elencati nella tabella sono ideali per attirare una specie anziché altre. Misure intermedie sono comunque ottime per due o più specie.
    I nidi standard della LIPU hanno misure tali da essere adatti ad accogliere dalla Cinciallegra alla Passera d'Italia.
    Per costruire un nido artificiale a cassetta si devono seguire le indicazioni generali di taglio, scegliendo le misure in base a quelle riportate nella tabella.
    Esploso di un
    nido a cassetta
    Le generalità di taglio per un nido a cassetta aperta sono pressoché le stesse con una sola variante per la parte frontale.
    Nel caso di un "fai da te" è importante sapere che lo spessore del legno preferibile è di circa 2 cm. Spessori inferiori possono essere accettabili utilizzando compensato, meglio se resinato al fine di evitare imbarcature e scollamenti.
    Il legno è meglio che non sia trattato di recente con oli o creosoto o resine che tendono a conferirgli maggiore impermeabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Un eventuale trattamento va realizzato con largo anticipo sull'apposizione, lasciandolo all'esterno perché perda le esalazioni. Anche se gli uccelli hanno un odorato estremamente labile sembra che non apprezzino nidi con legno impregnato di recente.
    In certi casi è preferibile che la base del nido sia dotata di uno o due fori per facilitare il deflusso di eventuale acqua infiltrata. Le cerniere che fissano il coperchio e lo rendono apribile possono essere metalliche, ma una striscia di materiale plastico gommoso (tipo linoleum) rappresenta la migliore soluzione.
    Altri piccoli ma importanti accorgimenti si riferiscono al miglioramento dell'accessibilità al nido attraverso l'apposizione di un bastoncino fissato poco sotto l'ingresso per fungere da posatoio prima di entrare; oppure scalfire il margine inferiore del foro d'entrata per facilitare la presa delle zampe.

    Tempi e modi per installarli

  • Il periodo migliore per installare un nido è in autunno-inverno. Gli uccelli nidificano in genere in primavera, e le specie considerate non avviano generalmente la costruzione del nido prima di marzo.
  • È molto importante che il nido sia posizionato con largo anticipo. Questo per promuovere la confidenza della nuova struttura con gli uccelli che frequentano la zona e dare loro la possibilità di ispezionarlo accuratamente. Installazioni troppo anticipate producono infatti molti inconvenienti: maggiore usura del legno, invasione della cavità da parte di insetti e ragni ancora attivi (in estate o primo autunno) o roditori in cerca di un posto per ibernarsi (come il moscardino). Anche in questi ultimi casi, peraltro piacevoli e interessanti, il nido comunque non sarà utilizzato dagli uccelli. Per questo stesso motivo dopo la riproduzione, in estate, il nido può essere rimosso, pulito e poi reinstallato l'autunno successivo.
  • Importante per il successo dell'occupazione è come viene posizionato e dove. La scelta del sito non è difficile ma deve essere accorta. Vanno privilegiate zone tranquille anche se vicine a zone interessate da vostre attività quotidiane: non sono rari casi di cince o pigliamosche che hanno occupato nidi fissati sotto la balaustra o sopra la porta di un appartamento. Importante è il nido non sia troppo visibile e isolato, e soprattutto accessibile dall'uomo. Un angolo "ignorato" del giardino è l'ideale.
  • Altra regola essenziale è non disturbare l'attività degli uccelli presso il nido. Una volta scelto il sito e posizionato il nio dimenticatelo per un po'. Sarà il volo degli occupanti a richiamare la vostra attenzione in primavera.
  • Il nido può essere inchiodato o legato (meglio la prima soluzione, a meno che non debba essere fissato ad un albero) e preferibilmente leggermente inclinato verso il basso. L'esposizione migliore è quella rivolta verso Ovest, e l'apertura non deve essere esposta al sole o agli agenti atmosferici. L'ancoraggio deve essere comunque ben saldo.
    Orientamento del nido Il nido va fissato leggermente inclinato verso il basso per proteggerlo dagli agenti atmosferici


    Come installare i nidi

  • 1. Il luogo deve essere riparato e tranquillo.
  • 2. Il nido deve garantire una facile accessibilità e non essere troppo coperto dalla vegetazione. La presenza di una libera traiettoria di volo è essenziale per la maggioranza edlle specie.
  • 3. L'altezza di applicazione dipende dalla specie, ma in generale l'altezza preferenziale è di poco superiore ai tre metri.
  • 4. Il nido non deve essere mai inclinato verso l'alto, ma in posizione parallela al suolo o leggermente inclinato verso il basso per essere riparato da pioggia e sole.
  • 5. Il supporto deve essere ben saldo e poco oscillante, e il fissaggio del nido ben sicuro.
  • 6. Certe specie come Scricciolo e Merlo preferiscono nidi inseriti in vegetazione fitta come edera e cespugli, ma sempre tale da permettere un accesso agevole al primo posatoio da cui poi, usando la vegetazione, sia possibile raggiungere l'entrata.
    Come seguire la nidificazione

  • Avvicinarsi ad un nido occupato richiede molta attenzione e rischia di mandare a monte la nidificazione. A titolo informativo, qui di seguito sono riassunte le fasi riproduttive degli uccelli:
    INVERNO
    TARDO INVERNO/PRIMAVERA
    PRIMAVERA
    PRIMAVERA/ESTATE
    Attenzione: molte specie, dopo la prima covata possono ripeterne una seconda e anche una terza.
  • Conoscendo le sequenze della fase riproduttiva è possibile compiere interessanti osservazioni. Chi è appassionato può anche effettuare buone fotografie.
  • È necessario sapere che le fasi più delicate sono quelle della scelta del nido e dell'incubazione. Bisogna evitare in alcun modo di disturbare gli uccelli in questi momenti. Quando si avverte che è in atto la cova, si potrà ispezionare il nido usando una scala e alzando il coperchio solo quando nessun adulto è presente all'interno. Si deve anche evitare di alterare la disposizione esterna della vegetazione. Simili disattenzioni possono indurre gli uccelli ad abbandonare nido e covata.
  • Lo stesso vale quando ci sono i pulcini. Anche se in questa fase i genitori raramente abbandonano la nidiata, un disturbo può far propendere gli adulti a non usare più quel nido per il futuro.
    Tempi i incubazione e allevamento dei piccoli
    di alcune specie ospiti dei nidi artificiali
    Specie Giorni di incubazione
    delle uova
    Giorni di allevamento
    dei pulcini nel nido
    Ballerina bianca12-14 13-16
    Cinciallegra13-14 16-22
    Cincia mora14-18 16-19
    Cinciarella12-16 15-22
    Codirosso11-14 14-20
    Merlo11-17 12-19
    Passera mattugia11-14 12-14
    Passera d'Italia11-14 15
    Pettirosso14-18 23-25
    Picchio muratore12-14 13-16
    Pigliamosche11-15 12-14
    Rampichino15 16-17
    Scricciolo14-17 15-20
    Storno12-15 20-22
    Torcicollo12-14 19-21
    Nota: Le date di incubazione e di involo dal nido sono comunque variabili in relazione a molti fattori quali la dieta, le condizioni climatiche, la latitudine, l'altitudine. I dati riportati sono la media di molti rilevamenti.

    Cosa osservare

  • Avere un nido a "portata di binocolo" offre infinite possibilità di osservazioni ed interessanti "scoperte:, riferite a una delle più importanti, complesse e affascinanti attività della vita di un uccello: la riproduzione.Lo schema della sequenza di fasi riproduttive riproposto nel precedente capitolo indica quali possano essere i comportamenti da osservare. In particolare, semplificando molto, possiamo dividere:
    Comportamenti territoriali
    È quasi sempre il maschio che si impegna nella difesa del territorio, sia cantando da ben precise postazioni, sia inscenando posture e display competitivi.
    Rituali di corteggiamento aggressivi e di rinforzo della coppia
    I rituali di corteggiamento sono spesso ripetuti anche dopo l'accoppiamento e servono per cementare la coppia. Molto frequente è l'offerta di cibo da parte del mschio alla femmina che lo riceve simulando un comportamento infantile, emettendo cioè flebili pigolii, in posizione abbassata, con la bocca spalancata e facendo fremere e tremare le ali: proprio come un pulcino all'imbeccata.
    Comportamenti aggressivi e di allarme
    Attacchi sono in genere compiuti da parte del maschio verso intrusi della stessa specie sconfinati nel suo territorio, o anche verso altri uccelli o animali che si avvicinano troppo al nido. Comprendono versi di allarme e minaccia, rincorse e vere e proprie zuffe.
    Cure parentali
    I comportamenti parentali variano dal mantenimento della pulizia del nido (allontanando le feci dei pulcini avvolte in speciali "sacchi fecali" da parte degli adulti), alla nutrizione.
    I giovani appena usciti dal nido e a malapena in grado di volare sono ancora seguiti, difesi e nutriti dai genitori per diversi giorni. Se si rinviene un piccolo caduto dal nido, lo si dovrà semplicemente ricollocare in altro tra al vegetazione: i genitori risponderanno alle sue richieste di cibo. Sono disponibili ulteriori informazioni sul pronto soccorso per animali feriti. Potete consultare anche il sito RecuperoSelvatici.it.
  •                          ciao alla prossima :-)

















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    sabato 13 febbraio 2016

    topi vs uccelli

    Ciao
    Oggi vi parlero di topi i migloliori avversari degli uccelli
    Ragazzi se avete il problema con topi nessun problema i topi odiano gli ultra suoni, per scacciarli sul tell c'è un app per far allontanare cani topi gatti etc... tutti gli animali con l'orecchio sensibile.
    non vi preucupate,anzi se li volete secchi usate il granturco velenoso o detto ''granturco rosso''  o la colla per topi.

    venerdì 12 febbraio 2016

    come tenere al meglio gli uccelli e altro

    ciao.

    COME NUTRIRLI

    Se il lasso di tempo che intercorre tra la raccolta dell’animale e la consegna a personale autorizzato è breve (poche ore) non è necessario dargli da mangiare. Si potrà invece, se è un adulto, mettere a sua disposizione un po’ d’acqua in un contenitore poco profondo (per piccoli animali può andar bene il coperchio di un vasetto di marmellata); se è un cucciolo di piccola taglia o un nidiaceo meglio non mettere nulla perché potrebbe annegare anche in poca acqua.
        Se, per qualche motivo, il tempo di degenza dovesse essere più lungo e l’animale apparisse affamato si può provare a nutrirlo. E’ comunque importante, prima di offrire qualunque cosa al “degente” contattare la persona esperta che potrà indicare il cibo adatto e la quantità necessaria per ogni tipo di animale. Nel caso non si fosse riusciti a mettersi in contatto con l’esperto, per i primi interventi si possono seguire le indicazioni qui sotto riportate:
    • per mangiare gli animali hanno bisogno di luce: è quindi necessario aprire la scatola in alto ponendovi sopra una rete di plastica o di metallo oppure aprire la finestrella in basso purché l'animale non riesca a scappare;
    • se l’animale non mangia spontaneamente è meglio non forzarlo e portarlo al più presto al Centro di Recupero;
    • sia agli adulti sia ai piccoli non si deve mai somministrare latte;
    • per i volatili, come alimento “universale di emergenza” si può usare omogeneizzato di manzo o carne tritata magra (tranne che per piccioni, tortore e anatidi per i quali è indispensabile consultare l’esperto).

    NIDIACEI

    Cibo: è bene sapere che imbeccare un piccolo di uccello non è un’operazione semplice. Si può però ugualmente tentare. Normalmente i piccoli affamati richiedono il cibo spalancando il becco ad ogni minimo stimolo: è questo il momento in cui gli si somministrerà, con una siringa per insulina senza ago, del pastone per insettivori (vedi tabella che segue, al punto 4) o omogeneizzato di manzo ammorbiditi in un po’ d’acqua. Attenzione: la siringa dovrà essere inserita ben in fondo alla gola (in modo deciso ma delicato) per evitare che l’alimento entri nelle vie aeree soffocando il pulcino.
    Frequenza dei pasti: se implume il piccolo andrà imbeccato ogni 10-15 minuti circa; se già coperto di piume ogni 30-40 minuti circa (dalle 7 del mattino alle 9/10 di sera).
    Quantità per ogni pasto: somministrare piccole porzioni per volta (per evitare rigurgiti che potrebbero ostruire la trachea) e continuare fino a che il gozzo del pulcino non appaia pieno.
    Bevande: dato che assumono con il cibo umidità sufficiente, non occorre dare loro da bere. Attenzione: somministrare acqua può essere pericoloso perché è facile che vada in trachea provocando affezioni, spesso mortali, alle vie respiratorie.

    PICCOLI DI RONDONE

    Cibo: introdurre il più vicino possibile alla gola alcune tarme della farina (tenebrioni) o del miele (reperibili in negozi per animali o di pesca; vedi tabella che segue al punto 3). private della testa (che risulterebbe irritante per la gola dei pulcini).
    Frequenza dei pasti: ogni mezz’ora se è molto piccolo; un’ora e mezza se è già grandicello (come per i nidiacei dalle 7 del mattino alle 9/10 di sera).
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: come per i nidiacei.

    PICCOLI DI RAPACE

    Cibo: avvicinare al becco dell’uccello piccoli pezzetti di carne cruda (manzo magro o coscia di tacchino): deve essere lui ad afferrare il cibo e inghiottirlo.
    Frequenza dei pasti: 5/6 distribuiti nell’arco della giornata (si possono nutrire di giorno anche i piccoli di rapace notturno).
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: di norma non è necessario dare loro da bere, ma si possono leggermente inumidire i bocconi di carne.

    PiICCOLI DI UCCELLI ACQUATICI

    Cibo: somministrare omogeneizzato di manzo o di pesce in piccole porzioni con una siringa da insulina se il soggetto è di piccola taglia (come il martin pescatore); porzioni e siringa un po’ più grandi se il soggetto è di taglia maggiore.
    Frequenza dei pasti: 5/6 distribuiti nell’arco della giornata.
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: dato che assumono con il cibo umidità sufficiente non occorre dar loro da bere.

    CUCCIOLI DI MAMMIFERI


    Piccoli di cervidi, ricci, lepri, volpi, ghiri, scoiattoli, faine, pipistrelli, ecc., richiedono cibi particolari e differenziati da somministrare con biberon adatti ad ogni tipo di animale: è indispensabile, in questi casi, mettersi in contatto con il personale esperto.

    ANIMALI ADULTI

    Mettere a disposizione dell'acqua in un basso recipiente e cibo secondo la tabella che segue.

    II cibo giusto per tutti


    Categoria  Cibo preferito o Cibo Alternativo
    Uccelli
    Svassi e Strolaghe, Sule, Cormorani, Aironi, Cicogne pesce crudo o carne a strisce
    Falco pescatore pesce crudo, spesso accettato solo se vivo o carne cruda
    Gallinelle, Porciglioni, Folaghe e altri rallidi carne o pesce crudo in piccoli pezzi o granaglie
    Trampolieri (uccelli di palude dalle zampe lunghe) carne e pesce crudi in piccoli pezzi, vermi marini, lombrichi, larve della farina e di mosca
    Gabbiani e Sterne carne e pesce crudo o pane, pasta ecc.
    Urie, Pulcinella e Gazze marine pesce crudo
    Martin pescatori pesciolini crudi o carne cruda in piccoli pezzi
    Oche, Cigni e Anatre miscela di granaglie o farinacei
    Galliformi come Fagiani, Quaglie e Pernici miscele di granaglie
    Rapaci diurni carne cruda, quaglie d'allevamento
    Gufi, Civette e altri rapaci notturni carne cruda, quaglie d'allevamento
    Cuculi carne cruda in piccoli pezzi, larve della farina
    Tortore, Piccioni ecc. miscela di granaglie o pane e briciole
    Upupe e Picchi carne cruda in piccoli pezzi, larve di mosca e tenebrionidi
    Rondoni, Succiacapre carne cruda, pastoni per insettivori
    Passeriformi insettivori Allodole, Rondini, Ballerine, Averle, Storni, Capinere e altri; Silvie, Pettirossi, Merli, Tordi, Regoli e Luì, Balie, Saltimpali, Usignoli, Scriccioli, Cince ecc. larve di mosca e tenebrionidi per i più grossi, pastone per insettivori, pezzettini di carne cruda talora frutta fresca
    Passeriformi granivori Passeri, Fringuelli, Cardellini, Zigoli ecc. e anche Tordi, Merli, Pettirossi ecc. miscela di granaglie, pastone per granivori, per alcuni anche pastone per insettivori, frutta fresca
    Passeriformi onnivori Gazze, Corvi, Ghiandaie, Cornacchie, Gracchi ecc. carne cruda, granaglie, pastone o pane, pasta, frutta
    Mammiferi (adulti)
    Volpe carne cruda, quaglie d'allevamento e frutta o mangime per cani
    Pipistrelli insetti, larve, e carne cruda
    Faine e Donnole carne cruda e quaglie d'allevamento mangime per gatti
    Riccio chiocciole, insetti, carne cruda e uova o mangime per gatti
    Cinghiale carne, farinacei, frutta e verdura o pane, pasta ecc.
    Caprioli, Daini ecc. fieno, foraggio
    Nota bene:
    • per carne cruda si preferisca muscolo, cuore o macinato;
    • per pesce crudo si intende sia di mare che di acqua dolce, fresco (meglio) o scongelato; se offerto intero va presentato dalla testa;
    • le larve di mosca e della farina (tenebrionidi) vanno decapitate perché da vive potrebbero irritare e lesionare la mucosa gastrica (possono essere acquistate in negozi di articoli per animali);
    • pastoni per granivori e insettivori possono essere acquistati in negozi di articoli per animali;
    • salvo per i rapaci che sono abili nel dilaniare la carne, è importante che le dimensioni dei pezzi di carne o di pesce, le larve di mosca e i tenebrionidi siano di taglia idonea a poter essere inghiottiti interi come in uso presso la maggioranza delle specie di uccelli;
    • l’offerta di quaglie o pulcini d’allevamento interi, come anche colli e teste di pollo ai rapaci diurni e notturni, è consigliata per arricchire la dieta. 
      questo lo copiato allincirca dal WWF