domenica 14 febbraio 2016

nidi

Guida all'uso dei nidi artificiali
per gli uccelli selvatici


inizio
Lo schema della sequenza di fasi riproduttive riproposto nel precedente capitolo indica quali possano essere i comportamenti da osservare. In particolare, semplificando molto, possiamo dividere:
Comportamenti territoriali
È quasi sempre il maschio che si impegna nella difesa del territorio, sia cantando da ben precise postazioni, sia inscenando posture e display competitivi.
Rituali di corteggiamento aggressivi e di rinforzo della coppia
I rituali di corteggiamento sono spesso ripetuti anche dopo l'accoppiamento e servono per cementare la coppia. Molto frequente è l'offerta di cibo da parte del mschio alla femmina che lo riceve simulando un comportamento infantile, emettendo cioè flebili pigolii, in posizione abbassata, con la bocca spalancata e facendo fremere e tremare le ali: proprio come un pulcino all'imbeccata.
Comportamenti aggressivi e di allarme
Attacchi sono in genere compiuti da parte del maschio verso intrusi della stessa specie sconfinati nel suo territorio, o anche verso altri uccelli o animali che si avvicinano troppo al nido. Comprendono versi di allarme e minaccia, rincorse e vere e proprie zuffe.
Cure parentali
I comportamenti parentali variano dal mantenimento della pulizia del nido (allontanando le feci dei pulcini avvolte in speciali "sacchi fecali" da parte degli adulti), alla nutrizione.
I giovani appena usciti dal nido e a malapena in grado di volare sono ancora seguiti, difesi e nutriti dai genitori per diversi giorni. Se si rinviene un piccolo caduto dal nido, lo si dovrà semplicemente ricollocare in altro tra al vegetazione: i genitori risponderanno alle sue richieste di cibo. Sono disponibili ulteriori informazioni sul pronto soccorso per animali feriti. Potete consultare anche il sito RecuperoSelvatici.it.
  • La LIPU ha prodotto l'opuscolo Guida all'uso di mangiatoie e nidi artificiali (reperibile qui) che descrive in dettaglio come creare, assemblare e gestire mangiatoie e nidi artificiali per uccelli. In due pagine HTML riproduciamo quasi integralmente questo opuscolo, per rendere disponibili a tutti queste utili informazioni.
    Qui sotto trovate la parte relativa ai nidi artificiali. La parte relativa alle mangiatoie la trovare qui. I nidi artificiali: indice

    Per maggiori informazioni, potete contattare la Sezione LIPU di Parma.

    Gli uccelli e le cavità

  • Se il classico nido di uccello è nell'idea di ciascuno di noi, la coppa di rametti o pagliuzze posata alla biforcazione di un ramo, in realtà il mondo alato presenta una varia tipologia di nidi in relazione alle specie considerate.
  • Nel tentativo principale di costruire nidi sicuri dai predatori e riparati dalle intemperie, alcuni uccelli hanno adottato la strategia del nidificare in cavità. Ad esempio i picchi le scavano attivamente nei tronchi; altri come il Martin pescatore, i gruccioni o i topini negli argini sabbiosi e ciottolosi.
    Martin pescatore
  • Molte specie, soprattutto di piccole dimensioni, sfruttano invece cavità naturali: crepe e buchi nei tronchi vecchi, nidi abbandonati di picchi, cortecce distaccate, fessure di rocce, eccetera. Il taglio dei boschi per ricavarne legname elimina gli alberi adulti che sono quelli che offrono più facilmente cavità per queste nidificazioni.
  • In città invece gli alberi sono piantati e curati dai giardinieri, e per altri motivi dunque le cavità sono ancora più rare. In questi ambienti la densità nidificante di molti uccelli è proprio limitata dalla carenza di cavità idonee e disponibili. Molte esperienze hanno dimostrato come, apponendo nidi artificiali in boschi giovani o ambienti urbani, la presenza nidificante di molte specie aumenti sensibilmente.
    Nidi per uccelli di bosco, campagna e città

    nido a
    "cassetta postale"
    nido a "tronchetto" nido "aperto"
  • I nidi artificiali più tipici per le piccole specie di uccelli canori che frequentano boschi, campagne e città sono detti a "cassetta postale". Questo tipo di nido ha un coperchio apribile ed un foro d'ingresso. Il modello classico può subire numerose varianti soprattutto nelle dimensioni, nella forma e posizione del foro d'entrata nonché nella struttura generale del nido.
  • Una comune variante è infatti quella del "nido a tronchetto" dove la forma è cilindrica anziché squadrata. La sua realizzazione è comunque ben più complessa partendo da un moncone di tronco che viene convenientemente svuotato del legno interno. In altri casi si usano stampi e colate di cemento misto a segatura per alleggerirne il peso.
  • A "cassetta" o a "tronchetto" non crea differenza per la maggioranza delle specie. Il foro d'entrata invece è particolarmente importante: la sua dimensione infatti deve essere ben calcolata. Fori troppo piccoli rendono impossibile l'accesso a specie di taglia più grande; fori troppo ampi, in certi casi non offrono adeguata riservatezza e sicurezza dai predatori a molti uccelli piccoli.
  • In linea generale, poi, i nidi a cassetta si dividono in modelli "con foro d'entrata" (o "chiusi") e modelli "aperti". Come vedremo più avanti, infatti, certe altre specie non nidificano in vere e proprie cavità, ma cercano piuttosto dei ripari e amano nidi a cassetta, con ampia apertura frontale.
    Gli ospiti dei nidi artificiali

    Le specie italiane più comunemente ospiti dei nidi artificiali a cassetta sono le seguenti:
    Cinciallegra
    Nidi a cassetta o a tronchetto, chiuse
    Cinciallegra, Cinciarella, Cincia mora, Passera d'Italia, Passera mattugia, Storno, Picchio muratore, Rampichino, Torcicollo, Codirosso, Pigliamosche, Scricciolo
    Nidi a cassetta aperta
    Pigliamosche, Pettirosso, Ballerina bianca, Codirosso, Scricciolo, Merlo
    È importante conoscere le abitudini delle varie specie che si vogliono attrarre nel nido.
    Come costruirsi un nido artificiale

  • Costruirsi un nido artificiale è semplice, e basta seguire certe indicazioni soprattutto in relazione alle dimensioni delle varie parti. Riportiamo di seguito le misure ideali in relazione alle specie più comuni.
    SpecieRetro LatiTetto FronteDiam. foro Base Da base
    a foro
    Cinciallegra37.5 25-27.520 252.8 10x1017.5
    Cinciarella37.5 25-27.520 252.5-2.8 10x1017.5
    Codirosso25 27.5-3022.5 27.52.8-5 12.5x12.520
    Passera d'Italia42.5 30-32.522.5 303.8 15x1522.5
    Picchio muratore37.5 25-27.520 252.8-3.8 10x1017.5
    Pigliamosche37.5 25-27.520 253.1-3.8 10x1017.5
    Scricciolo37.5 25-27.520 255 10x1017.5
    Storno50 37.5-4030 37.55 22.5x22.530
    Torcicollo37.5 25-27.522.5 253.8-4.3 12.5x12.517.5
    Le dimensioni e i rapporti elencati nella tabella sono ideali per attirare una specie anziché altre. Misure intermedie sono comunque ottime per due o più specie.
    I nidi standard della LIPU hanno misure tali da essere adatti ad accogliere dalla Cinciallegra alla Passera d'Italia.
    Per costruire un nido artificiale a cassetta si devono seguire le indicazioni generali di taglio, scegliendo le misure in base a quelle riportate nella tabella.
    Esploso di un
    nido a cassetta
    Le generalità di taglio per un nido a cassetta aperta sono pressoché le stesse con una sola variante per la parte frontale.
    Nel caso di un "fai da te" è importante sapere che lo spessore del legno preferibile è di circa 2 cm. Spessori inferiori possono essere accettabili utilizzando compensato, meglio se resinato al fine di evitare imbarcature e scollamenti.
    Il legno è meglio che non sia trattato di recente con oli o creosoto o resine che tendono a conferirgli maggiore impermeabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Un eventuale trattamento va realizzato con largo anticipo sull'apposizione, lasciandolo all'esterno perché perda le esalazioni. Anche se gli uccelli hanno un odorato estremamente labile sembra che non apprezzino nidi con legno impregnato di recente.
    In certi casi è preferibile che la base del nido sia dotata di uno o due fori per facilitare il deflusso di eventuale acqua infiltrata. Le cerniere che fissano il coperchio e lo rendono apribile possono essere metalliche, ma una striscia di materiale plastico gommoso (tipo linoleum) rappresenta la migliore soluzione.
    Altri piccoli ma importanti accorgimenti si riferiscono al miglioramento dell'accessibilità al nido attraverso l'apposizione di un bastoncino fissato poco sotto l'ingresso per fungere da posatoio prima di entrare; oppure scalfire il margine inferiore del foro d'entrata per facilitare la presa delle zampe.

    Tempi e modi per installarli

  • Il periodo migliore per installare un nido è in autunno-inverno. Gli uccelli nidificano in genere in primavera, e le specie considerate non avviano generalmente la costruzione del nido prima di marzo.
  • È molto importante che il nido sia posizionato con largo anticipo. Questo per promuovere la confidenza della nuova struttura con gli uccelli che frequentano la zona e dare loro la possibilità di ispezionarlo accuratamente. Installazioni troppo anticipate producono infatti molti inconvenienti: maggiore usura del legno, invasione della cavità da parte di insetti e ragni ancora attivi (in estate o primo autunno) o roditori in cerca di un posto per ibernarsi (come il moscardino). Anche in questi ultimi casi, peraltro piacevoli e interessanti, il nido comunque non sarà utilizzato dagli uccelli. Per questo stesso motivo dopo la riproduzione, in estate, il nido può essere rimosso, pulito e poi reinstallato l'autunno successivo.
  • Importante per il successo dell'occupazione è come viene posizionato e dove. La scelta del sito non è difficile ma deve essere accorta. Vanno privilegiate zone tranquille anche se vicine a zone interessate da vostre attività quotidiane: non sono rari casi di cince o pigliamosche che hanno occupato nidi fissati sotto la balaustra o sopra la porta di un appartamento. Importante è il nido non sia troppo visibile e isolato, e soprattutto accessibile dall'uomo. Un angolo "ignorato" del giardino è l'ideale.
  • Altra regola essenziale è non disturbare l'attività degli uccelli presso il nido. Una volta scelto il sito e posizionato il nio dimenticatelo per un po'. Sarà il volo degli occupanti a richiamare la vostra attenzione in primavera.
  • Il nido può essere inchiodato o legato (meglio la prima soluzione, a meno che non debba essere fissato ad un albero) e preferibilmente leggermente inclinato verso il basso. L'esposizione migliore è quella rivolta verso Ovest, e l'apertura non deve essere esposta al sole o agli agenti atmosferici. L'ancoraggio deve essere comunque ben saldo.
    Orientamento del nido Il nido va fissato leggermente inclinato verso il basso per proteggerlo dagli agenti atmosferici


    Come installare i nidi

  • 1. Il luogo deve essere riparato e tranquillo.
  • 2. Il nido deve garantire una facile accessibilità e non essere troppo coperto dalla vegetazione. La presenza di una libera traiettoria di volo è essenziale per la maggioranza edlle specie.
  • 3. L'altezza di applicazione dipende dalla specie, ma in generale l'altezza preferenziale è di poco superiore ai tre metri.
  • 4. Il nido non deve essere mai inclinato verso l'alto, ma in posizione parallela al suolo o leggermente inclinato verso il basso per essere riparato da pioggia e sole.
  • 5. Il supporto deve essere ben saldo e poco oscillante, e il fissaggio del nido ben sicuro.
  • 6. Certe specie come Scricciolo e Merlo preferiscono nidi inseriti in vegetazione fitta come edera e cespugli, ma sempre tale da permettere un accesso agevole al primo posatoio da cui poi, usando la vegetazione, sia possibile raggiungere l'entrata.
    Come seguire la nidificazione

  • Avvicinarsi ad un nido occupato richiede molta attenzione e rischia di mandare a monte la nidificazione. A titolo informativo, qui di seguito sono riassunte le fasi riproduttive degli uccelli:
    INVERNO
    TARDO INVERNO/PRIMAVERA
    PRIMAVERA
    PRIMAVERA/ESTATE
    Attenzione: molte specie, dopo la prima covata possono ripeterne una seconda e anche una terza.
  • Conoscendo le sequenze della fase riproduttiva è possibile compiere interessanti osservazioni. Chi è appassionato può anche effettuare buone fotografie.
  • È necessario sapere che le fasi più delicate sono quelle della scelta del nido e dell'incubazione. Bisogna evitare in alcun modo di disturbare gli uccelli in questi momenti. Quando si avverte che è in atto la cova, si potrà ispezionare il nido usando una scala e alzando il coperchio solo quando nessun adulto è presente all'interno. Si deve anche evitare di alterare la disposizione esterna della vegetazione. Simili disattenzioni possono indurre gli uccelli ad abbandonare nido e covata.
  • Lo stesso vale quando ci sono i pulcini. Anche se in questa fase i genitori raramente abbandonano la nidiata, un disturbo può far propendere gli adulti a non usare più quel nido per il futuro.
    Tempi i incubazione e allevamento dei piccoli
    di alcune specie ospiti dei nidi artificiali
    Specie Giorni di incubazione
    delle uova
    Giorni di allevamento
    dei pulcini nel nido
    Ballerina bianca12-14 13-16
    Cinciallegra13-14 16-22
    Cincia mora14-18 16-19
    Cinciarella12-16 15-22
    Codirosso11-14 14-20
    Merlo11-17 12-19
    Passera mattugia11-14 12-14
    Passera d'Italia11-14 15
    Pettirosso14-18 23-25
    Picchio muratore12-14 13-16
    Pigliamosche11-15 12-14
    Rampichino15 16-17
    Scricciolo14-17 15-20
    Storno12-15 20-22
    Torcicollo12-14 19-21
    Nota: Le date di incubazione e di involo dal nido sono comunque variabili in relazione a molti fattori quali la dieta, le condizioni climatiche, la latitudine, l'altitudine. I dati riportati sono la media di molti rilevamenti.

    Cosa osservare

  • Avere un nido a "portata di binocolo" offre infinite possibilità di osservazioni ed interessanti "scoperte:, riferite a una delle più importanti, complesse e affascinanti attività della vita di un uccello: la riproduzione.Lo schema della sequenza di fasi riproduttive riproposto nel precedente capitolo indica quali possano essere i comportamenti da osservare. In particolare, semplificando molto, possiamo dividere:
    Comportamenti territoriali
    È quasi sempre il maschio che si impegna nella difesa del territorio, sia cantando da ben precise postazioni, sia inscenando posture e display competitivi.
    Rituali di corteggiamento aggressivi e di rinforzo della coppia
    I rituali di corteggiamento sono spesso ripetuti anche dopo l'accoppiamento e servono per cementare la coppia. Molto frequente è l'offerta di cibo da parte del mschio alla femmina che lo riceve simulando un comportamento infantile, emettendo cioè flebili pigolii, in posizione abbassata, con la bocca spalancata e facendo fremere e tremare le ali: proprio come un pulcino all'imbeccata.
    Comportamenti aggressivi e di allarme
    Attacchi sono in genere compiuti da parte del maschio verso intrusi della stessa specie sconfinati nel suo territorio, o anche verso altri uccelli o animali che si avvicinano troppo al nido. Comprendono versi di allarme e minaccia, rincorse e vere e proprie zuffe.
    Cure parentali
    I comportamenti parentali variano dal mantenimento della pulizia del nido (allontanando le feci dei pulcini avvolte in speciali "sacchi fecali" da parte degli adulti), alla nutrizione.
    I giovani appena usciti dal nido e a malapena in grado di volare sono ancora seguiti, difesi e nutriti dai genitori per diversi giorni. Se si rinviene un piccolo caduto dal nido, lo si dovrà semplicemente ricollocare in altro tra al vegetazione: i genitori risponderanno alle sue richieste di cibo. Sono disponibili ulteriori informazioni sul pronto soccorso per animali feriti. Potete consultare anche il sito RecuperoSelvatici.it.
  •                          ciao alla prossima :-)

















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    sabato 13 febbraio 2016

    topi vs uccelli

    Ciao
    Oggi vi parlero di topi i migloliori avversari degli uccelli
    Ragazzi se avete il problema con topi nessun problema i topi odiano gli ultra suoni, per scacciarli sul tell c'è un app per far allontanare cani topi gatti etc... tutti gli animali con l'orecchio sensibile.
    non vi preucupate,anzi se li volete secchi usate il granturco velenoso o detto ''granturco rosso''  o la colla per topi.

    venerdì 12 febbraio 2016

    come tenere al meglio gli uccelli e altro

    ciao.

    COME NUTRIRLI

    Se il lasso di tempo che intercorre tra la raccolta dell’animale e la consegna a personale autorizzato è breve (poche ore) non è necessario dargli da mangiare. Si potrà invece, se è un adulto, mettere a sua disposizione un po’ d’acqua in un contenitore poco profondo (per piccoli animali può andar bene il coperchio di un vasetto di marmellata); se è un cucciolo di piccola taglia o un nidiaceo meglio non mettere nulla perché potrebbe annegare anche in poca acqua.
        Se, per qualche motivo, il tempo di degenza dovesse essere più lungo e l’animale apparisse affamato si può provare a nutrirlo. E’ comunque importante, prima di offrire qualunque cosa al “degente” contattare la persona esperta che potrà indicare il cibo adatto e la quantità necessaria per ogni tipo di animale. Nel caso non si fosse riusciti a mettersi in contatto con l’esperto, per i primi interventi si possono seguire le indicazioni qui sotto riportate:
    • per mangiare gli animali hanno bisogno di luce: è quindi necessario aprire la scatola in alto ponendovi sopra una rete di plastica o di metallo oppure aprire la finestrella in basso purché l'animale non riesca a scappare;
    • se l’animale non mangia spontaneamente è meglio non forzarlo e portarlo al più presto al Centro di Recupero;
    • sia agli adulti sia ai piccoli non si deve mai somministrare latte;
    • per i volatili, come alimento “universale di emergenza” si può usare omogeneizzato di manzo o carne tritata magra (tranne che per piccioni, tortore e anatidi per i quali è indispensabile consultare l’esperto).

    NIDIACEI

    Cibo: è bene sapere che imbeccare un piccolo di uccello non è un’operazione semplice. Si può però ugualmente tentare. Normalmente i piccoli affamati richiedono il cibo spalancando il becco ad ogni minimo stimolo: è questo il momento in cui gli si somministrerà, con una siringa per insulina senza ago, del pastone per insettivori (vedi tabella che segue, al punto 4) o omogeneizzato di manzo ammorbiditi in un po’ d’acqua. Attenzione: la siringa dovrà essere inserita ben in fondo alla gola (in modo deciso ma delicato) per evitare che l’alimento entri nelle vie aeree soffocando il pulcino.
    Frequenza dei pasti: se implume il piccolo andrà imbeccato ogni 10-15 minuti circa; se già coperto di piume ogni 30-40 minuti circa (dalle 7 del mattino alle 9/10 di sera).
    Quantità per ogni pasto: somministrare piccole porzioni per volta (per evitare rigurgiti che potrebbero ostruire la trachea) e continuare fino a che il gozzo del pulcino non appaia pieno.
    Bevande: dato che assumono con il cibo umidità sufficiente, non occorre dare loro da bere. Attenzione: somministrare acqua può essere pericoloso perché è facile che vada in trachea provocando affezioni, spesso mortali, alle vie respiratorie.

    PICCOLI DI RONDONE

    Cibo: introdurre il più vicino possibile alla gola alcune tarme della farina (tenebrioni) o del miele (reperibili in negozi per animali o di pesca; vedi tabella che segue al punto 3). private della testa (che risulterebbe irritante per la gola dei pulcini).
    Frequenza dei pasti: ogni mezz’ora se è molto piccolo; un’ora e mezza se è già grandicello (come per i nidiacei dalle 7 del mattino alle 9/10 di sera).
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: come per i nidiacei.

    PICCOLI DI RAPACE

    Cibo: avvicinare al becco dell’uccello piccoli pezzetti di carne cruda (manzo magro o coscia di tacchino): deve essere lui ad afferrare il cibo e inghiottirlo.
    Frequenza dei pasti: 5/6 distribuiti nell’arco della giornata (si possono nutrire di giorno anche i piccoli di rapace notturno).
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: di norma non è necessario dare loro da bere, ma si possono leggermente inumidire i bocconi di carne.

    PiICCOLI DI UCCELLI ACQUATICI

    Cibo: somministrare omogeneizzato di manzo o di pesce in piccole porzioni con una siringa da insulina se il soggetto è di piccola taglia (come il martin pescatore); porzioni e siringa un po’ più grandi se il soggetto è di taglia maggiore.
    Frequenza dei pasti: 5/6 distribuiti nell’arco della giornata.
    Quantità per ogni pasto: fino a che non appaiano tranquilli.
    Bevande: dato che assumono con il cibo umidità sufficiente non occorre dar loro da bere.

    CUCCIOLI DI MAMMIFERI


    Piccoli di cervidi, ricci, lepri, volpi, ghiri, scoiattoli, faine, pipistrelli, ecc., richiedono cibi particolari e differenziati da somministrare con biberon adatti ad ogni tipo di animale: è indispensabile, in questi casi, mettersi in contatto con il personale esperto.

    ANIMALI ADULTI

    Mettere a disposizione dell'acqua in un basso recipiente e cibo secondo la tabella che segue.

    II cibo giusto per tutti


    Categoria  Cibo preferito o Cibo Alternativo
    Uccelli
    Svassi e Strolaghe, Sule, Cormorani, Aironi, Cicogne pesce crudo o carne a strisce
    Falco pescatore pesce crudo, spesso accettato solo se vivo o carne cruda
    Gallinelle, Porciglioni, Folaghe e altri rallidi carne o pesce crudo in piccoli pezzi o granaglie
    Trampolieri (uccelli di palude dalle zampe lunghe) carne e pesce crudi in piccoli pezzi, vermi marini, lombrichi, larve della farina e di mosca
    Gabbiani e Sterne carne e pesce crudo o pane, pasta ecc.
    Urie, Pulcinella e Gazze marine pesce crudo
    Martin pescatori pesciolini crudi o carne cruda in piccoli pezzi
    Oche, Cigni e Anatre miscela di granaglie o farinacei
    Galliformi come Fagiani, Quaglie e Pernici miscele di granaglie
    Rapaci diurni carne cruda, quaglie d'allevamento
    Gufi, Civette e altri rapaci notturni carne cruda, quaglie d'allevamento
    Cuculi carne cruda in piccoli pezzi, larve della farina
    Tortore, Piccioni ecc. miscela di granaglie o pane e briciole
    Upupe e Picchi carne cruda in piccoli pezzi, larve di mosca e tenebrionidi
    Rondoni, Succiacapre carne cruda, pastoni per insettivori
    Passeriformi insettivori Allodole, Rondini, Ballerine, Averle, Storni, Capinere e altri; Silvie, Pettirossi, Merli, Tordi, Regoli e Luì, Balie, Saltimpali, Usignoli, Scriccioli, Cince ecc. larve di mosca e tenebrionidi per i più grossi, pastone per insettivori, pezzettini di carne cruda talora frutta fresca
    Passeriformi granivori Passeri, Fringuelli, Cardellini, Zigoli ecc. e anche Tordi, Merli, Pettirossi ecc. miscela di granaglie, pastone per granivori, per alcuni anche pastone per insettivori, frutta fresca
    Passeriformi onnivori Gazze, Corvi, Ghiandaie, Cornacchie, Gracchi ecc. carne cruda, granaglie, pastone o pane, pasta, frutta
    Mammiferi (adulti)
    Volpe carne cruda, quaglie d'allevamento e frutta o mangime per cani
    Pipistrelli insetti, larve, e carne cruda
    Faine e Donnole carne cruda e quaglie d'allevamento mangime per gatti
    Riccio chiocciole, insetti, carne cruda e uova o mangime per gatti
    Cinghiale carne, farinacei, frutta e verdura o pane, pasta ecc.
    Caprioli, Daini ecc. fieno, foraggio
    Nota bene:
    • per carne cruda si preferisca muscolo, cuore o macinato;
    • per pesce crudo si intende sia di mare che di acqua dolce, fresco (meglio) o scongelato; se offerto intero va presentato dalla testa;
    • le larve di mosca e della farina (tenebrionidi) vanno decapitate perché da vive potrebbero irritare e lesionare la mucosa gastrica (possono essere acquistate in negozi di articoli per animali);
    • pastoni per granivori e insettivori possono essere acquistati in negozi di articoli per animali;
    • salvo per i rapaci che sono abili nel dilaniare la carne, è importante che le dimensioni dei pezzi di carne o di pesce, le larve di mosca e i tenebrionidi siano di taglia idonea a poter essere inghiottiti interi come in uso presso la maggioranza delle specie di uccelli;
    • l’offerta di quaglie o pulcini d’allevamento interi, come anche colli e teste di pollo ai rapaci diurni e notturni, è consigliata per arricchire la dieta. 
      questo lo copiato allincirca dal WWF

    ragazzi precisare che alcune cose dei miei blog sono tratte da altri siti,ma qualcosa.

    Gli uccelli


     Gli uccelli

    Gli uccelli (Aves Linnaeus, 1758)[1] sono una classe di vertebrati endotermi cladisticamente riconducile a un ramo dei dinosauri teropodi[2][3] caratterizzati dalla presenza di becchi sdentati e forcule, corpi ricoperti di piumaggio e ripieni di sacchi aeriferi, dita anteriori fuse, uova dai gusci duri, metabolismi alti, e ossa cave ma robuste. In base a diversi criteri di classificazione, il numero di specie di uccelli conosciute oscilla fra le 9.000 e le 10.500[4], delle quali almeno 120 si sono estinte in tempi storici.
    Gli uccelli hanno ali più o meno sviluppati; gli unici non forniti di ali sono i moa e gli uccelli elefante, entrambi estinti tra i XI-XVII secoli. Le ali consistono di braccia specializzate, e la maggior parte delle specie riescono a volare. Tra gli uccelli non volatori ci sono i ratiti, i pinguini, e varie specie isolane. Certi uccelli, come i pinguini e gli anseriformi, sono nuotatori specializzati. Altri, come i corvidi e i pappagalli, sono tra gli animali più intelligenti, capaci d'utilizzare attrezzi e di lasciare in eredità comportamenti non congeniti, in effetti formando una sorta di cultura.
    Molte specie sono migratorie, traversando distanze notevoli annualmente. Gli uccelli sono sociali, communicando con segnali visuali, richiami, canti, e partecipando in altri comportamenti sociali, inclusi la riproduzione cooperativa, la caccia, la formazione di stormi, e l'assalto cooperativo ai predatori. La maggioranza degli uccelli sono temporaneamente monogami, mentre altrei dimostrano comportamenti poligini e (più raramente) poliandri. Le uova sono solitamente covate e incubate nei nidi.
    Gli uccelli sono i tetrapodi più abbondanti, con circa diecimila specie (la metà di esse classificate come passerini). Vivono in quasi tutto il mondo, variando in grandezza da 5 cm per il colibrì di Elena, fino a tre metri per l'uccello elefante. I reperti fossili indicano che gli uccelli propriamente detti ebbero origine durante il Cretaceo, circa centomilioni di anni fa.[5] Ci furono però uccelli primitivi al di fuori dal gruppo Avialae che risalevano sino dal periodo Giurassico.[6] Molti di questi uccelli primitivi, come Archaeopteryx, non erano capaci di volo potenziato, e molti ritenevano tratti primitivi come denti e code lunghe.[6][7]

    Descrizione

    Civetta delle nevi (Bubo scandiacus).
    Gli uccelli sono animali bipedi, alati, omeotermi ed ovipari, specializzati nel volo. Le loro dimensioni variano dai 5 cm del piccolo e leggero colibrì di Elena[8] ai 3 m dell'uccello elefante, un uccello malgascio estinto inadatto al volo.
    Tutti gli uccelli (tranne i moa e gli uccelli elefanti) hanno i due arti anteriori modificati in ali e questa caratteristica permette, a quasi tutti gli appartenenti alla classe, di volare. Proprio questa capacità di volare ha portato all'evoluzione di particolari adattamenti anatomici, tra i quali si possono citare il sistema digestivo unico ed il sistema respiratorio. La maggior parte degli uccelli è dotata di grande intelligenza, e specie come corvi e pappagalli sono considerate tra le più intelligenti tra gli animali. Molti uccelli sono infatti in grado di modificare ed usare piccoli oggetti per perseguire i propri scopi, ed è ormai accertato che in alcune specie vi sia una trasmissione delle conoscenze tra le generazioni. Sono animali socievoli che spesso vivono in colonie, comunicando grazie a segnali di tipo visivo o di tipo uditivo. Spesso partecipano a comportamenti sociali quali caccia e difesa.
    Le caratteristiche comuni a tutti gli uccelli sono[9]:
    • il becco corneo privo di denti. Esistono differenti tipologie di becco, in base al comportamento alimentare proprio della specie di uccello: a spatola, a cesoia, ad uncino, ecc.
    • mancanza di un vero e proprio naso: le narici si aprono direttamente sulla superficie superiore del becco;
    • presenza di una palpebra accessoria, la membrana nittitante, per ulteriore protezione dell'occhio;
    • mancanza di un vero e proprio orecchio. Gli uccelli dispongono di aperture ai lati del capo, situate dove i mammiferi possiedono le orecchie, adatte a captare i suoni. Alcune specie (gufi, civette, barbagianni, allocchi) possiedono tali fori non simmetrici, ma sfalsati, in modo da captare la direzione dei suoni sia sul piano orizzontale (come nei mammiferi), sia sul piano verticale, caratteristica molto utile per i predatori notturni;
    • la deposizione di uova dal guscio duro fatto di carbonato di calcio;
    • cuore a due atrii e due ventricoli. La frequenza del battito cardiaco è più elevata di quella dei mammiferi per consentire il dispendio energetico connesso al volo;
    • presenza di piume sul corpo. Le piume fungono da isolante termico verso l'ambiente esterno, esattamente come fanno i peli per i mammiferi. In alcune specie (cigni, anatre, oche, etc.) servono anche per rendere impermeabile all'acqua il piumaggio sottostante, isolando ulteriormente il corpo dell'animale dalla temperatura esterna e facilitandone anche il galleggiamento;
    • presenza di penne sopra le piume che permettono un miglior controllo del volo;
    • omeotermia che permette di mantenere costante la temperatura corporea, esattamente come i mammiferi.

    Distribuzione

    Si calcola che al mondo esistano circa 10.000 specie viventi e che circa 120-130 specie si siano estinte, a partire dal XVII secolo, a causa delle attività umane; per centinaia di altre l'estinzione è avvenuta in tempi più remoti. Gli uccelli vivono e si stabiliscono per riprodursi nella maggior parte degli habitat terrestri, in tutti e sette i continenti, anche se le zone in cui si ritrova la maggiore diversità di volatili sono le regioni tropicali. Una grande quantità di specie si sono adattate per vivere sia sulla terra che sugli oceani, colonizzando quindi anche l'acqua, come, per esempio, i pinguini. Altre specie, come ad esempio gli uccelli domestici originari delle regioni tropicali, si sono diffuse a causa dell'attività umana, colonizzando territori in cui prima non erano presenti. Non è raro che esemplari di tali specie introdotte si siano ritrovati liberi, dando origine a delle piccole colonie.

    Anatomia

    Anatomia generale di un uccello
    Un gabbiano comune mentre spicca il volo
    Gli uccelli hanno sviluppato alcune caratteristiche proprie ed uniche. A differenza dei mammiferi, essi non urinano, ma i nitrati vengono filtrati nei reni ed espulsi dalla cloaca sotto forma di cristalli di acido urico (la parte biancastra degli escrementi).

    L'apparato scheletrico

    L'apparato scheletrico si è evoluto per permettere il volo, inducendo peculiari adattamenti quali la modifica dello sterno, che si è appuntito a formare la carena, più aerodinamica e maggiormente adatta all'inserzione dei potenti muscoli alari. Gli uccelli che posseggono la capacità di volare hanno ossa cave, con delle strutture, simili a puntelli, che le attraversano per renderle più resistenti. Le cavità ossee sono spesso collegate con i sacchi d'aria, che si sviluppano dai polmoni. Viceversa, le specie che non sono in grado di volare, come i pinguini, hanno solamente ossa non cave. Le ossa cave (o ossa pneumatiche) sono leggere e prive di midollo osseo e questa caratteristica non consente l'ematopoiesi (la produzione delle cellule del sangue), funzione riservata al fegato ed alla milza. Perciò le eventuali fratture ossee non possono essere riparate. Infine, la superficie della gabbia toracica è molto ampia rispetto al corpo dell'animale.
    Gli uccelli, paragonati ad altre specie animali, hanno un numero di ossa molto basso e questa caratteristica è dovuta al fatto che le loro ossa sono fuse insieme a formare singole ma grandi ossificazioni.
    I volatili hanno anche più vertebre cervicali di tutti gli altri animali, e questo permette loro una grandissima flessibilità del collo, che consiste di un numero di vertebre che varia da 13 a 25. Altra tipicità degli uccelli è il fatto che sono gli unici vertebrati ad avere le clavicole fuse una con l'altra (formando la forcula), o in assenza di questo adattamento, uno sterno rovesciato, per permettere un solido attacco ai muscoli, in particolare ai pettorali, utilizzati per il volo, o per il nuoto, nel caso degli uccelli acquatici. Altro adattamento tipico è la forma delle costole, che hanno un profilo uncinato che permette una resistenza maggiore agli sforzi del volo, incastrando questi uncini con quelli delle costole precedenti e successive.

    Testa

    Gli uccelli sono dotati di una vista molto sviluppata, la migliore nel mondo animale: gli uccelli da preda, come la poiana, posseggono un'acutezza visiva molto sviluppata che permette una visione a distanza 6-8 volte migliore di quella umana, mentre un gufo riesce a vedere perfettamente nel buio più assoluto (grazie ad un sistema di amplificazione oculare della luce notturna). Questo adattamento è permesso dall'altissima densità di fotorecettori posti nella retina (in media 1.000.000 per millimetro quadrato, contro i 200.000 degli umani), da un gran numero di nervi ottici, da un secondo gruppo di muscoli che controllano gli occhi, assenti negli altri animali e, in alcuni casi, grazie ad una zona dell'occhio che permette una maggiore risoluzione dell'immagine. Molti uccelli, oltre a queste particolarità, possono anche captare la luce polarizzata e la radiazione elettromagnetica corrispondente ai raggi ultravioletti (invisibile all'occhio umano in quanto non possiede i fotorecettori sensibili a questa lunghezza d'onda / frequenza). Gli occhi occupano una parte del cranio considerevole e sono circondati da un anello osseo.
    In correlazione con la testa è la presenza del cervello, che ha un peso relativo molto elevato, rispetto alla totale massa dell'animale e confrontato con quello di tutti gli altri animali. Questo implica, ed è conseguenza del fatto, che gli uccelli sono tra gli animali più intelligenti, caratterizzati da processi mentali complessi e avanzati. Tutti gli uccelli, ed in particolare quelli migratori, possiedono, all'interno di alcuni neuroni siti in determinati agglomerati ("nuclei") del cervello sottilissimi aghi di magnetite in grado di permettere l'orientamento col campo magnetico terrestre in modo così perfetto da esser funzionale anche per migliaia di chilometri in mare aperto, un luogo notoriamente privo di punti di riferimento

    Becco

    Becchi di varie specie.
    Il becco è una struttura anatomica esterna degli uccelli usata, oltre che per mangiare, per pulire le penne, per manipolare oggetti, per uccidere le prede, per ricercare il cibo, per nutrire i piccoli ed interviene, in alcuni casi, anche nel corteggiamento. Ci sono varie tipologie di becco, che mostrano diversi adattamenti da parte dei pennuti, avvenuti soprattutto per potersi procurare il cibo in base alle proprie abitudini alimentari. La regione compresa tra gli occhi ed il becco viene detta lore, ed in qualche caso si presenta senza piume e colorata. Il becco è composto da una mandibola superiore (o maxillia), e da una mandibola inferiore. Entrambe sono fatte d'osso, spesso cavo o poroso. La superficie esterna del becco è ricoperta da una sottile guaina di cheratina, chiamata rhamphotheca. Tra questo duro livello esterno, che ha il compito di fornire protezione al becco, e l'osso vero e proprio, vi è un livello vascolare che contiene capillari e le terminazioni nervose. Sulla superficie del becco si trovano due forellini, le narici, che connettono alla parte cava del becco stesso con il sistema respiratorio. In alcune specie le narici sono poste in una struttura carnosa, spesso cerea, posta alla base del becco, chiamata cere. La procellaria e l'albatross possiedono delle guaine esterne, chiamate naricorns, che proteggono le narici. In qualche specie, la punta del becco è dura ed è formata da tessuto morto usato per compiti che richiedono forti pressioni, come rompere noci o uccidere prede. In altre specie ancora, la punta è sensibile, e contiene terminazioni nervose, permettendo all'animale di identificare oggetti, toccandoli. Il becco di molti pulcini possiede anche un piccolo apparato osseo, detto dente d'uovo, che facilita la rottura dell'uovo durante la sua schiusa. Il becco è una struttura che deperisce velocemente con il tempo e, soprattutto, con l'utilizzo, ed è per questo che cresce costantemente per tutto l'arco della vita dell'animale.
    Come notò Charles Darwin durante il suo viaggio alle Galapagos, i becchi degli uccelli si sono evoluti per adattarsi agli scopi ecologici nei quali essi intercorrono. Per questo motivo, per esempio, i predatori hanno becchi ricurvi per strappare la carne delle carcasse delle loro prede, i colibrì hanno becchi lunghi ed affusolati per arrivare al nettare presente nella parte più nascosta dei fiori, mentre le spatole hanno un becco con una forma che permette di filtrare l'acqua, procurandosi cibo.

    Il sistema respiratorio

    Illustrazione comparativa dei sacchi aeriferi d'un uccello e quelli ipotizzati di un abelisauride.
    Il sistema respiratorio degli uccelli è estremamente complesso. Vi sono tre differenti set di organi che intercorrono nella respirazione: i sacchi d'aria anteriori (divisi in interclavicolari, cervicali e toracici anteriori), i polmoni ed i sacchi d'aria posteriori (toracici posteriori ed addominali).
    I sacchi d'aria (o sacchi aerei) posteriori ed anteriori, tipicamente nove, si espandono durante l'inalazione e sono strutture che possiamo trovare soltanto nei volatili. Non hanno un ruolo diretto nello scambio di gas con l'esterno, ma immagazzinano l'aria e si comportano come dei mantici, permettendo ai polmoni di mantenere un volume costante, grazie all'aria fresca che costantemente arriva dai sacchi. L'aria, durante l'inspirazione, entra all'interno del corpo dell'animale attraverso le narici, passando poi nella trachea. Il 75% supera i polmoni, senza entrarvi, e viene incanalata direttamente nei sacchi d'aria, che si estendono dai polmoni e si connettono con le cavità ossee, che vengono quindi riempite di gas. Il restante 25% di aria inalata, viene invece indirizzato direttamente nei polmoni. Durante l'espirazione, invece, l'aria utilizzata fuoriesce dai polmoni, mentre quella inutilizzata passa dai sacchi d'aria ai polmoni. Quindi, durante entrambe le fasi della respirazione, i polmoni di un uccello ricevono costante apporto di aria, fatto di fondamentale importanza in un'attività dispendiosa come il volo. Questo meccanismo consente ad alcune specie di volare ad altezze inimmaginabili, dove la concentrazione di ossigeno è estremamente rarefatta. Alcune oche egiziane sono state osservate in volo a 18.000 metri d'altezza. Dal momento che gli uccelli hanno un'alta richiesta metabolica, derivante dal volo, il loro organismo ha una grandissima domanda di ossigeno.
    A differenza dei polmoni dei mammiferi, quelli degli uccelli non hanno alveoli, ma contengono milioni di piccoli passaggi, chiamati parabronchi, connessi l'uno con l'altro dai dorsobronchi e dai ventrobronchi. L'aria fluisce attraverso le pareti dei parabronchi, che hanno la stessa struttura tipica degli alveari, per finire poi nelle vescicole d'aria, chiamate atria, che si proiettano radialmente dai parabronchi stessi. Dalle atria, si sviluppano i capillari d'aria, dove l'ossigeno ed il biossido di carbonio sono scambiati per diffusione, passando nei capillari che trasportano il sangue. Gli uccelli non hanno un diaframma e perciò l'intera cavità del corpo funziona come un unico mantice, per muovere l'aria attraverso i polmoni. Per questo motivo, l'espirazione richiede la contrazione muscolare.
    Strettamente legata all'apparato respiratorio è anche la produzione di suoni da parte dell'animale. La siringe è l'organo, caratteristico degli uccelli, che interviene per questo scopo, ed è localizzato alla base della trachea. Il suono viene prodotto grazie alle vibrazioni indotte dal passaggio dell'aria attraverso quest'organo, che permette, in alcune specie, l'emissione di più tonalità alla volta, producendo vocalizzazioni molto articolate e complesse.

    L'apparato digerente

    L'apparato digerente degli uccelli è provvisto di uno stomaco simile a quello dei mammiferi, il cui compito è quello di sciogliere il cibo ingerito mediante l'azione dell'acido cloridrico concentrato e dell'enzima proteolitico pepsina. Essendo sprovvisti di denti, essi dispongono di un secondo stomaco, lo stomaco trituratore. Il ventriglio, che è interposto tra l'esofago e lo stomaco propriamente detto, il quale ha il compito di triturare il cibo vicariando così l'azione dei denti. A tale scopo gli uccelli, spesso, ingurgitano volontariamente piccoli sassi che incamerano nello stomaco trituratore, come del resto facevano i dinosauri, stando alle recenti scoperte.

    Apparato riproduttore

    Anche se la maggior parte degli uccelli maschi non presenta un organo sessuale esterno, tutti hanno due testicoli che, durante la stagione riproduttiva si espandono e diventano attivi nella produzione di sperma. Anche le ovaie degli esemplari femminili si espandono e si attivano anche se si è notato che, solitamente, solo l'ovaio sinistro è funzionante e quello destro rimane inattivo per attivarsi nel caso in cui il sinistro smetta di funzionare.
    In alcune specie i maschi non posseggono un organo copulatore. Lo sperma viene conservato nella glomera seminale, che si trova accanto alla protuberanza che interviene nell'atto sessuale, la cloaca. Durante la copulazione, la femmina sposta la propria coda di lato mentre il maschio, ponendosi sul suo dorso, accosta la propria cloaca a quella della femmina, permettendo la fecondazione. L'atto sessuale può essere spesso molto veloce durando, in alcuni casi, anche meno di mezzo secondo. Lo sperma viene poi conservato nei tubuli dell'apparato riproduttivo femminile per un periodo che, a seconda delle specie, può variare da una settimana ad un anno. Successivamente le uova vengono fecondate individualmente prima della deposizione. Le uova, e quindi le cellule riproduttive, continuano il loro sviluppo all'esterno del corpo della femmina. Alcune specie, soprattutto di uccelli acquatici, possiedono un fallo che, quando non utilizzato, viene nascosto all'interno della cloaca.

    Il sistema nervoso

    La parte più sviluppata del sistema nervoso è quella deputata al controllo del volo, mentre al cervelletto sono demandate le attività di controllo dei movimenti e degli istinti riproduttivi (corteggiamento, costruzione del nido) e del comportamento in generale. Gli occhi sono ben sviluppati e, a seconda della specie, possono essere posti:
    • lateralmente, per ottenere una visione ampia del territorio circostante;
    • frontalmente, per una maggiore precisione nell'atterraggio e nella misura delle distanze;
    • in combinazione tra le due posizioni precedenti.

    Penne e piumaggio

    Le penne sono delle escrescenze epidermiche, tipiche degli uccelli. Vengono considerate le strutture dell'apparato tegumentario più complesse nei vertebrati. Esse si sviluppano solamente in alcuni tratti ben definiti dell'epidermide degli uccelli, e intervengono nel volo, nell'isolamento termico, nell'impermeabilità e nella colorazione, aspetto di fondamentale importanza nella comunicazione dei volatili. Le penne si formano nei piccoli follicoli presenti nell'epidermide che producono proteine della cheratina. La loro struttura portante è composta dal calamo, la parte che permette l'attacco all'ala, e dal rachide, la continuazione del calamo. Al rachide sono attaccate le barbe che, a loro volta, presentano ai lati le barbule. La penna matura degli uccelli è una parte morta paragonabile al pelo nei mammiferi. Vi sono due tipi fondamentali di penne:
    • piume mobili, che coprono la parte esterna del corpo;
    • piume interne, che si trovano sotto le prime a contatto con l'epidermide.
    Le penne vengono ricambiate periodicamente nel momento in cui una nuova piuma si forma nello stesso follicolo, da cui la vecchia viene espulsa. Il ricambio delle penne di un uccello viene attuato in maniera da non lasciare nuda nessuna parte del corpo e in modo tale da non compromettere il volo. Le penne della coda vengono cambiate a coppie simmetriche proprio per questo motivo. Le piume servono, inoltre, ad isolare il corpo degli uccelli proteggendoli dall'acqua e dalle temperature rigide. Alcune piume delle ali e della coda servono per regolare il volo. Queste hanno precise caratteristiche e sono disposte in punti ben precisi. Alcune specie hanno delle vere e proprie creste di piume sulla testa. Le piume non sono distribuite uniformemente sulla pelle degli uccelli, se non raramente (i pinguini). Nella maggior parte dei casi, le penne crescono in alcune aree specifiche dell'epidermide, chiamate pterylae, anche se vi sono delle zone in cui la crescita non avviene, dette apterylae. La disposizione delle penne, detta pteryloghrafia, varia molto tra le famiglie di uccelli, ed in passato veniva utilizzata per determinare i rapporti evolutivi tra le varie specie. Alcune specie possiedono, sulle ali, particolari penne strutturate in modo tale da permette la produzione di suoni per stridulazione. Nonostante le piume siano leggere, l'intero piumaggio di un uccello pesa circa tre volte di più del suo scheletro ed è colorato.
    Il colore assume la funzione mimetica e sessuale, permettendo la distinzione degli individui maschi o femmine. In alcuni casi, tra i due sessi non vi è alcuna differenza di colorazione visibile. I colori delle piume sono prodotti dalla presenza di pigmenti, soprattutto melanine (che danno tonalità di colore che variano dal marrone, nero e grigio) e carotenoidi (che determinano i colori rosso, giallo ed arancio). Le melanine danno anche una notevole resistenza aggiuntiva, anche se le penne che contengono questo pigmento sono degradate più facilmente dai batteri, rispetto a quelle che contengono carotenoidi. Un'altra importante caratteristica che determina il colore è la struttura della penna stessa. In questo senso i colori blu e verde della maggior parte dei pappagalli, sono prodotti dall'interazione prodotta dalla riflessione della luce tra differenti livelli della struttura delle piume ed i carotenoidi di colore giallo. L'evoluzione della colorazione è strettamente collegata alla selezione sessuale ed è stato dimostrato che i pigmenti basati sui carotenoidi si sono evoluti perché sono un segnale di ottimo stato fisico, in quanto essi derivano dalla dieta dell'animale. In alcuni casi, il colore delle penne può essere modificato o creato grazie alle secrezioni di una speciale ghiandola, tipica degli uccelli, detta dell'uropigio. Queste secrezioni possono anche avere effetti sulla conservazione delle stesse piume, attaccando ed inibendo i batteri che si annidano sulla superficie. Le piume rappresenta l'habitat di molti ectoparassiti, pidocchi e acari. Gli uccelli cercano di mantenere la condizione ottimale delle loro piume bagnandosi in acqua, ricoprendosi di polvere o lisciandole con l'aiuto del becco.
    Le varie teorie sull'evoluzione delle piume si sono basate sostanzialmente su tre punti di partenza:
    • regolazione termica;
    • volo;
    • effetti visivi.
    La scoperta di antenati fossili degli uccelli incapaci di volare, ma dotati di penne, ha portato a scartare l'ipotesi che le penne si siano sviluppate esclusivamente per il volo. In passato si pensava che potessero essere un'evoluzione delle squame dei rettili, da cui gli uccelli si sono evoluti. Attualmente vi sono varie obbiezioni a questa teoria, la più importante delle quali afferma che se fosse così, non si spiegherebbe il fatto che le penne degli uccelli odierni si sviluppano dai follicoli. Il numero di piume per unità di area risulta maggiore negli uccelli più piccoli rispetto a quelli più grandi, e questo sta ad indicare l'importanza che esse hanno nella regolazione termica, in quanto i primi perdono più calore, perché hanno una superficie relativamente ampia, in relazione alla loro massa. Questo fatto potrebbe avvalorare la teoria che le piume si siano evolute per regolare la temperatura degli animali, ma non vi sono prove certe.
    Quasi tutte le specie di volatili mutano il piumaggio annualmente, di solito dopo la stagione degli accoppiamenti, e questo tipo di muta, detta pre-basica, forma il piumaggio basico. Molte specie però, intraprendono anche una seconda muta, anticipata rispetto alla stagione degli accoppiamenti, conosciuta come muta pre-alternata, che dà origine al piumaggio alterno o nuziale. Questo tipo di piumaggio è spesso molto più chiaro rispetto a quello basico, allo scopo di attirare il partner con cui accoppiarsi, ma può anche venire utilizzato per nascondersi durante la covata, periodo durante il quale gli uccelli sono molto vulnerabili. Un esempio è dato dagli esemplari maschili delle anatre che hanno un piumaggio chiaro e ricco di colorazioni, mostrando un grande dimorfismo sessuale rispetto alle femmine della stessa specie, che viene però mutato in un piumaggio più pallido, simile a quello delle femmine, quando non si trovano nella stagione degli accoppiamenti. Questo piumaggio, meno appariscente, viene detto piumaggio d'eclissi, e nel periodo di muta dal piumaggio nuziale al piumaggio d'eclissi le anatre non sono in grado di volare, in quanto perdono gran parte della penne.
    Nel piumaggio possono esserci delle variazioni (sia di tipo ereditario sia non ereditario) molto rare, che vanno perciò a comporre un piumaggio anormale o aberrante. Un tipo di piumaggio anormale è dato dal leucismo, che include in parte l'albinismo, consistente nella mancanza di pigmenti in alcune parti o nella totalità del corpo. Il melanismo si riferisce invece ad un eccesso di colori neri o scuri. L'eritromelanismo indica, invece, l'eccessiva presenza di melanine rosse o marroni, che variano perciò il colore del piumaggio. Le variazioni di colore di un piumaggio, tra cui anche l'albinismo, vengono raggruppate comunque tutte sotto la dicitura di schizocromismo.

    Evoluzione

    (EN) « The dinosaurs are not extinct. The colorful and successful diversity of the living birds is a continuing expression of basic dinosaur biology. »
    (IT) « I dinosauri non sono estinti. La diversità colorata e affermata degli uccelli odierni rappresenta una continuata espressione della biologia di base dei dinosauri. »
    (Robert T. Bakker (1975)[10])
    Fossili di Confuciusornis sanctus. Si notano le dita ancora artigliate e non fuse.
    L'evoluzione degli uccelli da antenati teropodi celurosauri ha sempre rappresentato uno dei più grandi ed affascinanti misteri dell'evoluzione. In pieno dibattito fra sostenitori ed oppositori delle teorie di Darwin, venne trovata nel 1860 in Baviera la prima penna fossile e, poco dopo, lo scheletro dell'animale al quale tale penna era verosimilmente appartenuta. Si trattava del celeberrimo Archaeopteryx, risalente al tardo Giurassico e lungamente considerato quale membro più arcaico della classe Aves. Tale gruppo monofiletico è qualificato dalla presenza di penne omologhe a quelle degli uccelli attuali, tali da permettere all'animale di volare. La struttura scheletrica dell'Archaeopteryx, provvisto di coda ossea e privo di becco, fornisce, già di per sé, un'evidente prova del fatto che gli Uccelli discendono da un antenato appartenente ai dinosauri, anche se al tempo di Darwin gli scienziati non furono ancora in grado di stabilire tale collegamento. Solo il fido darwiniano Thomas Henry Huxley mise in relazione lo scheletro di alcuni dinosauri carnivori (teropodi) con quello degli Uccelli, considerandoli, però, soltanto dei lontani cugini. Il dromeosauride Cryptovolans era capace di volo attivo, uno sterno simile a quello degli uccelli attuali e costole con processi uncinati, il che lo faceva più simile ad un uccello rispetto al Archaeopteryx, che mancava di queste caratteristiche. Dopo il ritrovamento di Cryptovolans, alcuni studiosi hanno addirittura avanzato l'ipotesi che i dromeosauri fossero uccelli a tutti gli effetti, i cui membri di taglia maggiore erano inetti al volo. Altre scuole di pensiero vorrebbero gli uccelli ed i Maniraptora discendenti dei primi arcosauri come il Longisquama.
    Recenti esami filogenetici hanno dimostrato che gli uccelli sono più strettamente imparentati coi dinosauri di quanto si pensasse, tanto da ritenere opportuno piazzarli nel sottordine dei teropodi (che fanno parte dei saurischi ), dove assieme all'ordine dei Crocodylia costituirebbero gli ultimi membri esistenti della clade Archosauria. Essendo, in accordo a questa analisi, gli uccelli una superfamiglia di Dinosauria, tutt'oggi si dibatte su di una eventuale unificazione delle classi Aves e Reptilia.

    Dinosauri piumati

    Fossili di vari dinosauri non-aviari piumati: Archaeopteryx, Anchiornis, Microraptor e Zhenyuanlong
    Le penne di tipo moderno, presenti in tutti gli uccelli e, tra i rettili, solo in Caudipteryx (collegato ma non direttamente ancestrale ad Archaeopteryx) hanno uno stelo centrale, la cui parte superiore (rachide) sorregge un vessillo piatto costituito da barbe parallele. Ulteriori ramificazioni perpendicolari alle barbe (le barbule) si incastrano tra loro tramite piccoli uncini, creando una superficie compatta che permette una notevole resistenza all'aria. Si presume che nella linea generante gli uccelli si sia intensificato l'uso degli arti anteriori, già ben sviluppati in tutti i celurosauri del gruppo dei Maniraptora, ponendo le basi al complesso sistema osseo e muscolare che porterà alla modificazione degli arti anteriori in ali, capaci di sostenere il volo attivo. Si precisa che il volo attivo comparirà solo successivamente, dato che in questi primi uccelli le penne consentivano un semplice volo planato, tale da permettere facili spostamenti tra i rami degli alberi ed una maggiore velocità nella caccia.
    Lo sviluppo embrionale di squame e penne, molto simile nelle prime fasi, e la presenza in entrambi questi annessi di β-cheratina sono tra le prove che giustificano l'appartenenza di Rettili e Uccelli al gruppo dei Sauropsidi e mostrano come l'evoluzione degli Uccelli sia più strettamente legata a quella dei Rettili attuali di quanto non sia a quella dei Mammiferi.
    Non è granché supportabile l'ipotesi che faceva delle penne strutture primariamente evolutesi per il volo, bensì pare che queste abbiano avuto all'origine un ruolo di termoregolazione, al pari della pelliccia dei mammiferi. Successivamente, le penne potrebbero aver svolto ulteriori funzioni, ad esempio nella protezione dei nidi o a scopo intimidatorio o nuziale, analogamente a quanto avviene negli uccelli moderni attraverso la selezione di fogge e colorazioni specie specifiche.
    I ritrovamenti di fossili in Asia hanno permesso di ricostruire più dettagliatamente la filogenesi dei primi uccelli e dei rettili che hanno condotto a loro. Per ulteriori informazioni si veda il dendrogramma dei Saurischia, in particolare a quei rettili già provvisti di penne primitive come Sinornithosaurus e Microraptor (Dromaeosauridae), Caudipteryx (Oviraptorosauria), Beipiaosaurus (Therizinosauria), Shuvuuia (Alvarezsauridae) e Sinosauropteryx (Compsognathidae), il più antico rettile piumato oggi noto. Dati i numerosi reperti rinvenuti, soprattutto in saurischia ma anche in ornitischia, non è da escludere che il connubio tra squame e piumaggio (nei suoi diversi stadi evolutivi) sia una caratteristica dell'intero Dinosauria.

    Filogenetica

    Cladogramma delle parentele degli uccelli odierni, basato su Jarvis, E.D. et al. (2014)[20] con certi clade nominati da Yury, T. et al. (2013).[21]
    Aves

    Palaeognathae (ratiti ecc.) Struthio camelus - Etosha 2014 (1) white background.jpgLittle spotted kiwi, Apteryx owenii, Auckland War Memorial Museum white background.jpg

    Neognathae

    Galloanserae (anseriformi, polli, ecc.) Duck-293474 white background.jpgRed jungle fowl white background.png

    Neoaves
    Columbea
    Mirandornithes

    Phoenicopteriformes (fenicotteri) Flamingo1209 white background.jpg


    Podicipediformes (svassi) Western Grebe white background.jpg


    Columbimorphae

    Columbiformes (piccioni e colombe) Columba livia in Japan white background.JPG



    Mesitornithiformes (monie) Subdesert Mesite Male white background.jpg


    Pteroclidiformes (sirratte) Pin-tailed sandgrouse (Pterocles alchata) white background.jpg




    Passerea


    Cypselomorphae (colibri, rondini) White-eared Hummingbird (Basilinna leucotis) white background.jpg

    Otidimorphae

    Cuculiformes (cucoli) Common Cuckoo by Mike McKenzie white background.jpg



    Otidiformes (otardi) Eupodotis afraoides -Kalahari Gemsbok National Park, South Africa-8 white background.jpg


    Musophagiformes (turachi) Red-crested Turaco RWD white background.jpg







    Opisthocomiformes (hoatzin) Hoatzin white background.jpg

    Cursorimorphae

    Gruiformes (gru e ralli) Sandhill Crane (Grus canadensis pratensis) (6852440498) white background.jpg


    Charadriiformes (gabbiani, stercorari, pulcinelle di mare, pivieri) Chroicocephalus ridibundus (summer) white background.jpg






    Aequornithes (penguini, aironi, pelicani, cicogne, ecc.) Chinstrap Penguin white background.jpgWeißstorch (Ciconia ciconia) white background.jpg

    Phaethontimorphae

    Eurypygiformes (tarabusi, kagu) Sunbittern RWD white background.jpg


    Phaethontiformes (fetonti) Red-billed Tropicbird JCB white background.jpg



    Telluraves
    Afroaves
    Accipitrimorphae

    Cathartiformes (condor e avvoltoi americani) Black Vulture RWD2013A white background.jpg


    Accipitriformes (nibbi, acquile, avvoltoi afroasiatici, ecc.) Gyps fulvus -Basque Country-8 white background.jpgMaakotka (Aquila chrysaetos) by Jarkko Järvinen white background.jpg




    Strigiformes (gufi) Tyto alba -British Wildlife Centre, Surrey, England-8a (1) white background.jpg

    Coraciimorphae

    Coliiformes (uccelli topi)

    Eucavitaves

    Leptosomatiformes (curol)

    Cavitaves

    Trogoniformes (trogoni) Trogon surrucura brazil white background.jpg

    Picocoraciae

    Bucerotiformes (buceri, upupe) Nordlig hornkorp white background.jpg



    Coraciiformes (martin pescatori ecc.) Halcyon smyrnensis in India (8277355382) white background.jpg


    Piciformes (picchi, tucani ecc.) Dendrocopos major -Durham, England -female-8 white background.jpgRamphastos toco -Stadtgärtnerei Zürich - 20100919 white background.jpg








    Australaves

    Cariamiformes (serieme, uccelli del terrore ecc.) Seriema (Cariama cristata) white background.jpgPhorusrhacid skeleton white background.jpg

    Eufalconimorphae

    Falconiformes (falchi) Male Peregrine Falcon (7172188034) white background.jpg

    Psittacopasserae

    Psittaciformes (papagalli) Cockatiel Parakeet (Nymphicus hollandicus)9 white background.jpg


    Passeriformes (passeri, fringuelli, corvi ecc.) Gorrion alfeizar Habana white background.jpgCarrion crow 20090612 white background.jpg












    Comportamento

    Pulli di tordo sassello, del tutto dipendenti dalle cure parentali
    L'abilità al volo non è una proprietà caratterizzante della classe, poiché esistono uccelli inetti al volo (ratiti, pinguini, molte specie insulari) ed altri animali volatori (pipistrelli, molti insetti).
    Gli uccelli possono praticare monogamia (91% delle specie), poliginia (2%) o poliandria (meno dell'1%). La monogamia può essere perpetua (come negli psittaciformi) o limitata al periodo riproduttivo. Specie con tendenze monogame perpetue hanno dimorfismo sessuale scarso od assente. Il motivo della predominanza della monogamia fra gli uccelli è da ricercarsi nella tendenza del maschio ad occuparsi della prole in misura uguale alla femmina, cosa assai rara fra gli altri animali.
    La maggior parte degli uccelli è diurna ed erbivora, nutrendosi di semi, nettare, germogli o frutta; esistono però anche specie notturne (come i succiacapre o i gufi) e/o carnivore (i già citati gufi, i rapaci), dove per carnivoro si può intendere un animale che si nutre di insetti, pesci od altri vertebrati.
    Alcune specie di uccelli sono stanziali, rimangono cioè nella stessa zona durante tutto l'arco dell'anno: in regioni temperate od inospitali, durante la stagione fredda, molte specie di uccelli tendono a migrare verso climi più miti, dove nidificare, per poi tornare nel paese d'origine.

    Legami con l'uomo

    Supporto per nido artificiale
    Da sempre, gli uccelli sono stati un'importante fonte di cibo per l'uomo, sia come uccello vero e proprio, sia come uovo: basti pensare al pollo domestico, alle varie anatre e tacchini, alla selvaggina.
    Oltre all'utilizzo per la carne, degli uccelli sono state utilizzate (soprattutto in passato) penne e piume per ornamento o per imbottire materassi, oltre che il guano ricco di nitrati come concime e come componente della polvere da sparo.
    Gli uccelli vivi, fino a tempi recenti, hanno trovato impiego presso l'uomo in varie forme: basti pensare al piccione viaggiatore, per secoli utilizzato come messaggero, al piccione fotografo (una tecnica fotografica inventata da Julius Neubronner) o ai rapaci usati in falconeria, od ancora ai cormorani utilizzati dai pescatori mediorientali. Nella ricerca, polli e piccioni vengono utilizzati come cavie per la biologia e la psicologia comparata. Grazie alla loro sensibilità alle tossine, per decenni i canarini hanno fatto da spia per la presenza di gas tossici in trincee e miniere di carbone. Ancora, molti uccelli vengono abitualmente tenuti in casa come animali da compagnia (si pensi ai pappagalli o ai canarini).

    Gli uccelli nella letteratura e nelle arti

    Similitudine degli uccelli in poesia

    La similitudine degli uccelli con gli uomini, già presente in Omero e in Sofocle (dove gruppi di persone gridano o fuggono come stormi d'uccelli), è un topos letterario molto significativo in Virgilio e Dante. Virgilio ad esempio l'utilizza nel canto della catabasi di Enea nell'Ade, paragonando le ombre che si affollano sull'Acheronte a uccelli a frotte che fuggono l'inverno oltre il mare verso terre calde. Il paragone più celebre di Dante (in cui è frequentissima la presenza di questi animali) è nel canto di Paolo e Francesca, le colombe dal disio chiamate, che con l'ali alzate e ferme al dolce nido / volan per l'aere, dal voler portate. Nello stesso quinto canto è ripetuta la similitudine delle anime con le gru, che van cantando lor lai, e con li stornei, che volano nel freddo tempo, a schiera larga e piena.