Il bracconaggio che cosèprecisamente
Bracconaggio è un termine che indica la caccia di frodo, ovvero
l’esercizio dell’attività venatoria in violazione della legge vigente.
Ferma questa carneficina. Il bracconaggio in Italia è
ancora una realtà preoccupante. Da 50 anni la Lipu si batte per
contrastare le azioni crudeli dei bracconieri con interventi concreti
come i campi antibracconaggio nel Sulcis (Sardegna) e sullo stretto di
Messina. Con una donazione puoi aiutarci a portare avanti i progetti
contro la caccia e il bracconaggio
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Violare le norme e le regole stabilite da questi riferimenti normativi significa fare bracconaggio, essere un bracconiere. Bracconiere è
chi spara a specie protette, chi caccia in tempi o in aree di divieto,
chi caccia con modalità e mezzi vietati, chi cattura illegalmente gli
uccelli e gli altri animali protetti.AIUTACI BASTA UNA PICCOLA DONAZIONE

Ancora oggi l’Italia è, purtroppo, terreno di bracconaggio diffuso. Cicogne, gru, rapaci, lupi, tutte specie particolarmente protette, cadono vittima dei bracconieri, dei fucili, delle trappole, dei bocconi avvelenati.
Ma fra le vittime del bracconaggio si contano anche specie che, pur non godendo di particolari regimi di protezione, sono oggetto di episodi di bracconaggio, come ad esempio le centinaia di fringillidi illegalmente commerciati nei mercati abusivi di Napoli e Palermo oppure le centinaia di quaglie e tortore che in primavera, di ritorno dall’Africa verso i luoghi di riproduzione, sono abbattute dai bracconieri nelle isole del basso Tirreno. O ancora i tanti passeriformi catturati e "spiedati" in Sardegna.
I numeri del bracconaggio in Italia
1000: le comunicazioni di reato, nelle Valli bresciane, inviate negli anni dalla Lipu all’autorità giudiziari900 mila: le trappole e micro tagliole rimosse dalla Lipu nella Valli bresciane
1690: Le reti rimosse dalla Lipu, dal 1986, nelle Valli bresciane
40: i volontari Lipu coinvolti ogni anno nei campi di sorveglianza all'Aquila del Bonelli
500 mila: gli uccelli passeriformi catturati ogni anno nel Basso Sulcis, Sardegna
100 mila: le trappole rimosse dal 2005 in Sardegna
1984: L’anno del primo Campo Lipu sullo Stretto di Messina

Falco di palude in croce (foto: Archivio Lipu)
Da sapere sul bracconaggio in Italia
Lo Stretto di Messina, il Basso Sulcis, le piccole isole tirreniche, le Valli del Bresciano sono solo i luoghi più rilevanti e noti per il fenomeno in Italia, che del resto non manca di verificarsi anche in aree meno note e in forme meno evidenti, ma pur sempre gravi ed esecrabili.Per non parlare di quella che potremmo definire la “zona grigia”, il terreno al confine tra legalità e illegalità in cui moltissimi cacciatori si muovo abitualmente (capi abbattuti e non segnati sul tesserino, caccia fuori tempo, numeri di abbattimenti superiori al consentito e così via).
Il bracconaggio, ancorché per motivazioni socio-culturali, resiste per ragioni precise. In primo luogo, una notevole carenza di controlli.
La vigilanza, nel nostro Paese, è certamente sottodimensionata rispetto all’entità del fenomeno, non solo in relazione al numero di personale addetto ma anche rispetto alle dotazioni di strumenti e risorse economiche.
Inoltre le pene previste attualmente sono leggere e prevedono quasi tutte l'oblazione, cioè la possibilità di estinguere la pena con il semplice pagamento di una somma di danaro. Le pene sono inoltre riferite all’abbattimento della "specie" e mai anche al singolo esemplare. Per fare un esempio: se venisse abbattuta un’aquila, o venissero abbattute dieci aquile, la pena sarebbe la medesima.
ciao raga a domani.
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